Chi intendeva riposarsi dopo il double americano aveva sbagliato completamente la sua programmazione. Perchè il termine “riposo” non è presente nel vocabolario tennistico. O quantomeno, non è minimamente accettabile. Qualche appassionato potrebbe obiettare che, dopo aver osservato le gesta di Roger Federer in California e in Florida, non ci sarà nessun evento in prossimità degno di tale ammirazione, manifestando la volontà di crogiolarsi in un lungo pensiero “svizzero”, ormai divenuto realtà dominante negli ultimi 3 mesi. Tutto giusto: considerazioni plausibili e rispettabili.
Ma, quando tra due giorni le arene saranno gremite di bandiere e cori nazionalistici, la frenesia si riaccenderà anche per coloro i quali intendevano godersi un weekend sabbatico. Ne siamo convinti. E la certezza deriva alla presenza dei quarti di finali della Coppa Davis 2017, la più grande competizione tennistica a squadre presente nel panorama mondiale. Nella composizione del turno predetto, l’Italia sottoscrive la sua presenza in quel di Charleroi, dove la squadra capitanata da Corrado Barazzutti affronterà il temibile Belgio, vera mina vagante del tabellone e reduce dall’impresa di Francoforte, con Steve Darcis idolatrato dal popolo belga nelle settimane successive.
Per la sfida in programma nell’arena “Spiroudome” (hard, indoor) con una capienza di 6.300 spettatori, Corrado Barazzutti ha convocato Paolo Lorenzi, Andreas Seppi, Simone Bolelli e Alessandro Giannessi, già presente in Argentina in veste di quinto uomo. Forfait, invece, del neo numero uno d’Italia, il ligure Fabio Fognini, il quale non ha recuperato dal problema al polso sinistro e al piede che lo attanagliano da inizio stagione, notevolmente aggravato dopo il raggiungimento delle semifinali nel Master 1000 di Miami. Il Belgio, invece, dal suo canto, risponde con la presenza di David Goffin, ad un passo dalla Top 10 mondiale, Steve Darcis, Ruben Bemelmans e Joris De Loore. Nessuna novità, dunque, nel quartetto capitanato da Van Herck, che ripresenta in toto la squadra vittoriosa in quel di Francoforte.
Non ci dovrebbero essere molti dubbi sulla presenza di David Goffin e Steve Darcis in singolare, entrambi in buona forma in questa prima parte di stagione, mentre dall’altro lato appare scontato l’impiego di Andreas Seppi e Paolo Lorenzi nella prima giornata. Nel doppio in programma sabato, Van Herck dovrebbe riproporre la stessa coppia che in Germania ha avuto la meglio sui fratelli Zverev, composta da Bemelmans e De Loore, mentre Barazzutti potrebbe mostrare qualche perplessità sulla figura da affiancare a Simone Bolelli, apparso in netto miglioramento nelle ultime uscite challenger.
Sarà una sfida molto delicata ed aperta a qualsiasi tipo di pronostico, visto l’equilibrio che pende tra le due compagini, le quali hanno staccato il pass per i quarti di finali dopo aver vinto entrambe in terra straniera. Nel primo turno, infatti, pareva una passeggiata di salute per la corazzata italiana in quel di Buenos Aires, quando al termine della prima giornata Paolo Lorenzi e Andreas Seppi avevano ottenuto facili vittorie contro i loro rispettivi avversari. Ma all’improvviso un calo di concentrazione, la fretta di chiudere e il classico braccino quando si è ad un passo dal traguardo, hanno offuscato la lucidità azzurra. E così, in un afoso lunedì argentino, nell’incontro decisivo, ci si è ritrovati nelle sabbie mobili sudamericane, pronte a risucchiare il talento di Fabio Fognini che, nella sua lucida follia, è stato costretto a rimontare due set di svantaggio ad un onesto mestierante come Guido Pella, il quale aveva accarezzato per un’ora abbondante il sogno di una vita. Al termine del match, l’azzurro, fresco numero uno d’Italia, può tirare un bel sospiro di sollievo, conscio di aver superato un ostacolo che poteva determinare l’interruzione prematura del sogno italiano.
Di tutt’altro tenore, invece, l’impresa del Belgio in terra teutonica. La squadra capitanata da Johan Van Herck, con un non superiore 5% di possibilità (stima degli addetti ai lavori) di superare il turno, si presenta al cospetto dei fratelli Zverev con estrema disinvoltura e fierezza, caratteristiche tipiche di chi ha ben poco da perdere. E così accade l’imponderabile. Succede, infatti, che il rinato Steve Darcis si trasforma in un muro da fondo, in grado di sfornare vincenti da ogni angolo del campo e, così facendo, i ben più quotati Philipp Kolschreiber e Alexander Zverev (numero uno nella classifica della NextGen) possono solo soccombere, senza battere ciglio, davanti ad un piccolo (di statura) grande uomo. E quel 5% si trasforma in un’incredibile vittoria, impressa negli almanacchi tennistici.
Nella disamina di questo incontro che motiverà gli appassionati ad essere incollati al televisore dal prossimo 7 aprile, è importante visionare anche le statistiche storiche. Nelle precedenti 8 sfide infatti, l’Italia si è imposta in 5 occasioni, mentre il Belgio può vantare la vittoria nell’ultimo confronto disputatosi, quando nel 2000 a Venezia si imposero con un netto 4-1, costringendo la squadra azzurra a disputare i play-out per non retrocedere.
L’Italia, dunque, cercherà di emulare il risultato conseguito nel 2014, quando gli azzurri sconfissero al primo turno sempre l’Argentina (una ricorrenza favorevole?) e nei quarti imposero la propria legge sui britannici, prima di arrestare il cammino in quel di Ginevra, al cospetto di un certo Roger Federer e Stan Wawrinka. Il Belgio, invece, vuole continuare a stupire e, dopo la finale raggiunta nello scorso anno, intende ripercorrere le stesse orme e dare atto della maturità conseguita, spinti dalla folla casalinga.
Appare tutto pronto per una sfida entusiasmante e coinvolgente: chi proseguirà il proprio sogno tra Belgio e Italia?