L’avventura di Thiago Motta sulla panchina dello Spezia è già ai titoli di coda. Neanche un successo, peraltro difficilmente pronosticabile, sul campo del Napoli potrebbe mutare il destino del tecnico italobrasiliano, ormai segnato. Da un lato gli scarsi risultati degli ultimi mesi, con soli 6 punti raccolti in dieci partite e l’eliminazione da parte del Lecce in Coppa Italia. Dall’altra un rapporto con lo spogliatoio che, fonti vicine all’ambiente del club fanno sapere, è diventato sempre più difficile. A peggiorare la situazione, l’uscita dal campo in solitaria di Nzola che non ha partecipato al rituale saluto alla curva con il resto del gruppo. Questo atteggiamento ha attirato i fischi del pubblico e il rimprovero del tecnico nel post partita che ha avuto anche una coda burrascosa, con tanto di confronto tra i senatori della squadra e lo stesso allenatore.
Allenamento quindi in un’atmosfera poco serena, poi l’annuncio di non convocare Nzola per la trasferta di Napoli. Il club parla ufficialmente di “virus gastrointestinale” per il centravanti, ma i ben informati scommettono che sia una punizione. Insomma, lo Spezia, partito con la nomea di mina vagante del campionato e capace di mettere in difficoltà Milan e Juventus, si è ritrovato ad arrancare. Passato dal 4-2-3-1 al 3-5-2 per ritrovare solidità difensiva, la squadra di Motta ha perso in brillantezza finendo per fornire prestazioni opache e perdendo inesorabilmente slancio. La classifica dice oggi +3 sulla zona retrocessione, troppo poco per le aspettative della proprietà americana dei Platek che puntava ad una salvezza senza patemi. Al chief football operations Riccardo Pecini il compito di cercare un sostituto. In lizza Maran, Venturato e Corini, i primi due già sondati in estate.