Intervistato da Repubblica, il Presidente della World Athletics Sebastian Coe, difende la giuria che assegna il premio di atleta dell’anno: “Mi chiedete anche di Jacobs, due volte campione olimpico. Non era nei nominati. Come rispondo? Il suo tempo verrà. Corra, faccia quello che deve fare. Ho detto all’indomani della sua vittoria che se l’era meritata, l’ho difeso dalle voci che avanzavano dubbi. Ma la giuria è libera di scegliere, senza condizionamenti”.
Coe ha parole anche del doppio oro nella gara di salto in altro condiviso da Tamberi e Barshim: “Ero allo stadio, anch’io sul momento sono stato sorpreso dalla decisione di assegnarsi il primo posto. E c’erano presidenti di federazioni che dissentivano, dicendo che una gara deve avere per forza un vincitore. Ma quel gesto dentro e fuori lo sport ha scatenato molte condivisioni emotive, la gente ancora ne parla, e sui social è andato fortissimo. Se chiedete a me atleta se avrei diviso un oro rispondo no”.
Infine spiega anche la virata regolamentare sulla durata delle gare dei salti in lungo e dei lanci nella prossima Diamond League: “Facciamo test, chiediamo ad atleti e allenatori cosa ne pensino, ascoltiamo i loro suggerimenti e la formula dell’anno scorso non era troppo piaciuta. Stiamo parlando della Diamond League non di competizioni olimpiche, ma oggi la durata non va più di moda, si va verso eventi mai troppo lunghi che riescano sempre ad essere adrenalinici. Oggi l’atletica con si confronta con altri sport, ma con il settore intrattenimento. Siamo nello show-business, è show-time, niente noia, né tempi morti”.