“A me fa piacere che finalmente se ne siano accorti anche gli altri, la prima indagine fatta risale a 4 anni fa. Indagine che abbiamo rifatto pochi mesi fa: i top player giocano 70 partite all’anno, di cui 50 con meno di 4 giorni di recupero. Arrivano a fare 90mila chilometri l’anno, fuori dubbio che non si possa continuare così”. Ecco le parole di Umberto Calcagno, Presidente dell’AIC e vicepresidente della FIGC, a Radio Punto Nuovo in merito all’incredibile mole di partite che i professionisti giocano ogni anno: “Tutti quanti siamo consci del fatto che il valore aggiunto a livello economico possono darlo solo alcuni tipi di competizioni. Il valore economico del nostro calcio è diminuito, siamo in ritardo rispetto alla Premier. Sappiamo bene che solo certe partite danno un valore aggiunto a livello economico – che spero venga distribuito meglio – ma poi non si può andare avanti in questo modo. Va tenuto conto dell’aspetto tecnico-sportivo, il merito dell’accesso avrà un aspetto molto importante. Abbiamo intenzione di muoverci, assolutamente. Ad inizio campionato scorso abbiamo chiesto che venissero allungate le rose di Serie A, avendo tre unità in più. Purtroppo c’è stata una risposta negativa da parte della Lega. C’è un’interlocuzione in corso. Il nuovo presidente della FIFPRO avrà presto nuovi incontri, ci saranno dei tavoli per discuterne. Ho la percezione che si capisca ciò che sta accadendo. Le partite diminuiranno, non nel brevissimo periodo, ma presto succederà. Non sarà semplice, ma la prospettiva è questa”.
Calcio, Calcagno: “I calciatori arrivano a fare 90mila km all’anno. Non è sostenibile”
Il pallone della Serie A Tim 2017-2018 - Foto Antonio Fraioli