A conclusione del quadro dei terzi turni del Masters 1000 di Miami, si sono tenuti i match della parte bassa di tabellone, quella orfana di Rafael Nadal e Stan Wawrinka. Come se non bastassero le già numerose defezioni dei big giunti in Florida, è caduta l’ennesima testa di serie importante, precisamente la n° 2, quella di Andy Murray, sconfitto in tre set dal talento bulgaro Grigor Dimitrov, apparso di nuovo ad ottimi livelli. Dopo un buon primo set chiuso con un tie-break perfetto, lo scozzese ha accusato troppi cali di tensione, di cui Dimitrov è stato bravo ad approfittare, concedendo poco dal canto suo e difendendosi strenuamente. Per Murray si chiude una disastrosa tournée americana dopo l’altra eliminazione precoce, giunta ad Indian Wells per mano di Delbonis. Il bulgaro, invece, affronterà negli ottavi la tds n° 16 Gael Monfils, che si è liberato dell’uruguagio Pablo Cuevas, in un match breve ma qualitativamente pregevole, chiuso dal parigino col punteggio di 6-3 6-4, con il nativo di Concordia uscito dal campo rammaricato, consapevole di aver ottenuto meno di quanto avrebbe potuto da una partita giocata bene e comunque combattuta.
Ad aprire le danze sul campo centrale del Crandon Park Tennis Center ci hanno pensato la tds n°6 Kei Nishikori opposto ad Alexandr Dolgopolov. Il giapponese ha giocato probabilmente il suo match migliore di questa tournée americana finora sottotono per i suoi standard, strapazzando il talento di Kiev che, nonostante il break operato nel primo game, non è mai entrato in partita e ha ceduto il servizio per ben 5 volte, soccombendo alla magistrale solidità e concretezza dell’allievo di Michael Chang. Il n° 6 del mondo affronterà oggi lo spagnolo Roberto Bautista Agut, che in uno dei match più interessanti di giornata ha eliminato la tds n° 9 Jo-Wilfried Tsonga, con cui era in svantaggio 2-1 nei precedenti, ma che aveva battuto nell’ultimo incontro, la semifinale di Auckland di quest’anno. Dopo un primo set dominato dal francese, nel secondo lo spagnolo entra in partita migliorando notevolmente il suo gioco in transizione e costringendo spesso all’errore l’avversario. E’ l’unico a rendersi pericoloso nei game di risposta e alla terza palla break del set, sul 4-3 in suo favore, sfrutta un regalo di Tsonga, che sbaglia per troppa foga un dritto a campo aperto e porta così l’iberico a servire per il set, chiuso poi senza indugi. Il parziale decisivo è intenso ma ricco di errori, soprattutto da parte del giocatore di Le Mans, mentre Bautista è bravo ad alzare nettamente la sua percentuale di prime in campo – portata all’81% – fattore che lo aiuta nell’epilogo al tie-break, in cui piazza subito un parziale di 6 punti a 0, complice anche uno Tsonga confuso che prova attacchi sconclusionati venendo puntualmente passato dal perfetto Bautista, che con due ottime volée chiude i conti dopo 2 ore e mezza, e si regala gli ottavi di finale che Feliciano Lopez gli aveva negato ad Indian Wells, che rimpinguano il bottino di punti del suo miglior inizio di stagione di sempre: con questo successo è al n° 6 della race.
Uno dei due match senza teste di serie di questa metà di tabellone è stato quello tra Adrian Mannarino e Andrey Kuznetsov, arrivato al terzo turno con lo scalpo di Stan Wawrinka. Il francese e il russo hanno dato vita a un match dai due volti, che fino a pochi attimi dalla fine del secondo set, sembrava nelle mani del primo, stranamente più brillante dell’avversario negli scambi prolungati. Dopo un primo set perso malamente, nel successivo Kuznetsov è bravo tenere i suoi game di battuta senza patemi e aspettare il suo momento in quelli di risposta, momento che arriva sul 6-5 in suo favore, quando a 0 toglie il servizio al francese, per poi concludere un parziale di 7 giochi consecutivi che Mannarino, sparito dal campo nel terzo set, farà fatica a digerire. Il russo, che con questa vittoria sfonderà il muro dei top-50, se la vedrà negli ottavi con il ventenne di Canberra, Nick Kyrgios, che ha estromesso grazie a un doppio 6-4 e a un’insolita maturità il giocatore di casa, qualificato, Tim Smyczek, vittorioso nell’unico precedente tra i due.
L’altro partita senza teste di serie era quella tra il ventitreenne di Sarajevo Damir Dzumhur, impostosi due giorni fa ai danni di Nadal, e il russo naturalizzato kazako, Mikhail Kukushkin. Dopo un primo set combattuto e portato a casa, quest’ultimo non è riuscito a far valere la sua maggiore esperienza e ha capitolato di fronte all’intensità del piccolo bosniaco, capace di percentuali realizzative da bombardiere con la prima di servizio.
Kukushkin perde così la ghiotta chance di sfidare Milos Raonic negli ottavi di finale. Nel match che spegneva i riflettori sul programma maschile, Il canadese, seguito nel suo angolo da Carlos Moya, ha portato a casa una sfida ostica contro il braccio d’oro del Nebraska, Jack Sock, che aveva sconfitto sei volte negli ultimi 6 incontri. Con una palla break non trasformata per parte, i contendenti arrivano a giocarsi il primo parziale al tie-break; qui, lo statunitense, che fino ad allora ha concesso pochissimo, si scompone di colpo e perde i primi 5 punti, gettando così ogni speranza di conquistare il set. Nel secondo parziale Sock è ammirabile nel non mollare fino alla fine nonostante il break subito in apertura, ma, pur giocando un tennis coraggioso e divertente, non riesce a sfruttare nessuna delle 4 palle break procurate. Il canadese, n° 12 del ranking, chiude così 7-6(3) 6-4 in 1h e 47m.
RISULTATI
Damir Dzumhur def. [Q] Mikhail Kukushkin 4-6 6-1 6-2
[12] Milos Raonic def. [22] Jack Sock 7-6(3) 6-4
[24] Nick Kyrgios def. [Q] Tim Smyczek 6-4 6-4
Andrey Kuznetsov def. Adrian Mannarino 2-6 7-5 6-0
[6] Kei Nishikori def. [27] Alexandr Dolgopolov 6-2 6-2
[17] Roberto Bautista Agut def. [9] Jo-Wilfried Tsonga 2-6 6-3 7-6(3)
[16] Gael Monfils def. [23] Pablo Cuevas 6-3 6-4
[26] Grigor Dimitrov def. [2] Andy Murray 6-7(1) 6-4 6-3