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Belfast è ancora fatale all’Italia. Ora un playoff durissimo per scacciare gli incubi 1958 e 2018

Si è rotto qualcosa nella Nazionale italiana campione d’Europa. Dal successo di Wembley, gli azzurri di Roberto Mancini hanno collezionato due sole vittorie in sette partite. L’ultimo risultato è un pareggio pesantissimo, uno scialbo 0-0 con poche occasioni, sul campo dell’Irlanda del nord, in quel Windsor Park di Belfast che si conferma campo durissimo per il destino dell’Italia. Chiesa e compagni, contestualmente alla vittoria della Svizzera contro la Bulgaria, perdono all’ultima giornata il primato del gruppo C e saranno costretti ancora una volta a passare per i play-off, che nel 2017 furono fatali. Corsi e ricorsi storici, che calano come un fantasma sopra il Windsor Park: Belfast fu fatale per gli azzurri nel 1958, che non si qualificarono per il Mondiale di Svezia. Già, quella Svezia che nel 2018 silenziò San Siro e che sembra aver aperto una ferita che fatica a rimarginarsi. Ora c’è lo spareggio, durissimo. Il 26 novembre 2021, le 12 squadre saranno sorteggiate in tre percorsi, con una semifinale in gara unica e una finale. Le tre vincitrici dei percorsi di spareggio andranno ai mondiali. Ma i nomi sono di quelli illustri: Portogallo, Polonia, Svezia…Ma anche l’Italia ovviamente, che deve ritrovare se stessa e ripartire da quella notte di Wembley che regalò una dose di autostima. Poi troppi rimpianti: il pari con la Bulgaria, i rigori di Jorginho.

Servivano tanti gol, Mancini si è agitato solo a mezz’ora dal termine: “Lo vogliamo fare un gol ragazzi?“. Il risultato sull’altro campo complica la strada degli azzurri che non costruiscono nessuna occasione da gol. Non ci riesce il tridente leggero con falso nove scelto dal commissario tecnico azzurro, non ci riesce con il 4-2-4 e la coppia pesante Belotti-Scamacca. L’Irlanda del Nord risponde con una difesa a cinque in fase di non possesso che imbriglia le trame palla a terra dei campioni d’Europa. Diversi, dunque, i lanci in profondità alle spalle dei difensori, soprattutto sulla corsia di destra: è Di Lorenzo a costruire la prima parvenza di pericolo dalle parti di Peacock-Farrell. Per il resto del primo tempo, l’estremo difensore di casa viene chiamato in causa solamente da tiri dalla distanza di Barella o Insigne, centrali e non abbastanza potenti. Le squadre rientrano negli spogliatoi sullo 0-0, nella ripresa spazio per Cristante al posto di Tonali (ammonito dopo pochi minuti) ma a uscire meglio dai blocchi è l’Irlanda del Nord: il primo squillo è di Saville, dimenticato all’altezza del dischetto, ma Donnarumma risponde presente. L’ultima occasione da gol è ancora dell’Irlanda del nord, ma Bonucci salva un risultato inutile, e che apre un percorso che gli azzurri avrebbero volentieri evitato. La vittoria dell’Europeo non ha cancellato i fantasmi del 2017, ma oggi a fare capolino sulla storia azzurra è ancora una volta quell’Irlanda del nord, fatale nel 1958 e ostacolo insormontabile anche nel 2021. “Sono fiducioso per il Mondiale, poi magari lo vinciamo anche“, è la promessa di Mancini che vuole restare sotto l’ombra della splendida coppa di Wembley e allontanare quella ingombrante di Ventura e Foni.

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