Prendete una data, 1958, e una nazionale, l’Irlanda del nord. Risultato: prima esclusione dal Mondiale per gli azzurri, che in quel caso furono costretti a saltare l’appuntamento in Svezia. Già la Svezia. Corsi e ricorsi storici che ora si presentano con il loro volto beffardo alla luce di una sfida, Irlanda del nord-Italia, che può valere tantissimo. La situazione è delicata: l’Italia è a pari punti ma è in vantaggio sulla Svizzera per differenza reti (13-2, +11 contro 11-2, +9). Se le squadre terminano in parità per differenza reti e numero di gol segnati, la Svizzera sarà prima per numero di gol in trasferta negli scontri diretti, perché ha pareggiato 0-0 in casa e 1-1 a Roma. Insomma, conterà non solo vincere a Belfast per gli azzurri ma anche tenere d’occhio il match tra Svizzera e Bulgaria ed, eventualmente, puntare a fare più gol possibili. Ma non sarà facile contro un’Irlanda del nord che tra le mura casalinghe non solo non ha mai perso, ma non ha neanche subito mai gol. Due zero a zero contro Bulgaria e Svizzera e un 1-0 di misura contro la Lituania. Il Windsor Park è un fortino, e l’Italia dovrà avere pazienza e non fretta, anche perché le ripartenze di Magennis possono essere una delle poche armi offensive a disposizione dei nordirlandesi.
Nome illustre è quello di Paddy McNair, a seconda delle esigenze difensore nei tre o mediano nei cinque. Il talento dei red devils sarà probabilmente schierato con Jonny Evans e Cathcart per una linea a tre tutta in formato Premier League tra United, Leicester e Watford. Insomma, problemi difensivi certo non ce ne sono per l’Irlanda del nord che vuole confermarsi terza forza del raggruppamento, davanti alla Bulgaria. Occhi anche al centrocampo di Baraclough: McCann, 21enne del Preston, con otto presenze in nazionale A, Stuart Dallas, veterano da 80 presenze e fedelissimo di Bielsama pronto a prendere in consegna compiti diversi rispetto alle volontà dell’argentino. L’Irlanda del nord vorrà chiudere senza reti incassate in casa, provando a giocare agli azzurri uno scherzetto come nel 1958. A Belfast finì 2-1, niente Mondiale, quello che fu di Pelè e non di Foni. Ora Mancini vuole voltare le spalle al volto beffardo del destino.