E’ Michal Kwiatkowski il vincitore della Milano-Sanremo, prima classica monumento della stagione. Sul traguardo di via Roma il polacco ha battuto Peter Sagan e Julian Alaphilippe, con i quali si era avvantaggiato sulla salita del Poggio. Questa è una grande beffa per il campione del mondo che per la seconda volta dopo il 2013 è costretto ad accontentarsi di un secondo posto, nonostante una corsa fantastica, animata ancora una volta solo da lui: tutto questo spettacolo però non è bastato. Terza posizione per Julian Alaphilippe mentre Alexander Kristoff regola il gruppo dei battuti davanti a Fernando Gaviria e Arnaud Demare.
Il primo degli italiani è Elia Viviani che si piazza all’ottavo posto.
L’edizione numero 108 della Classicissima di primavera (291 km) prende il via dal bellissimo scenario di piazza Castello alle 9.50, e dopo un breve tratto di trasferimento si parte ufficialmente dal km 0, situato in via della Chiesa Rossa. La fuga in una classica monumento è come sempre molto ambita, e così sono in tanti che tentano di evadere dal gruppo. Il tentativo buono parte al km 4, quando ci provano in 10: Nico Denz (Ag2r La Mondiale), Mattia Frapporti (Androni-Sidermec), Mirco Maestri (Bardiani-CSF), William Clarke, Tom Skujins (Cannondale-Drapac), Ivan Rovny (Gazprom-Rusvelo), Alan Marangoni (Nippo-Fantini), Umberto Poli (Novo Nordisk), Federico Zurlo (UAE Team Emirates) e Julen Amezqueta (Wilier-Selle Italia).
Il gruppo lascia fare è così dopo 8 km il vantaggio è già di 4 minuti; da segnalare la presenza in fuga per il secondo anno consecutivo Mirco Maestri, già protagonista nelle fughe alla Tirreno insieme a Alan Marangoni.
Per i successivi chilometri il distacco viene mantenuto stabile sui 4 minuti, su un gruppo controllato da FDJ, Bora Hansgrohe e Quickstep, che non vogliono concedere troppo in vantaggio in vista dei chilometri decisivi.
La media delle prime due ore di corsa è di 40 km/h, con i corridore che dopo aver superato Tortona trovano un tratto di vento contrario, mentre la situazione distacco tra fuga e plotone rimane immutata: 4 minuti.
Poco prima delle 14 i fuggitivi giungono al rifornimento fisso di Campo Ligure, dove il vantaggio sul gruppo è lievemente aumentato e ora è di 4’40’’.
Dopo il rifornimento è il momento della prima asperità di giornata, il classico Passo del Turchino, in cima al quale il gruppo riduce sensibilmente lo svantaggio dai battistrada: al chilometro 148 il distacco è ora di soli 2’15’’.
Dopo la discesa del Passo del Turchino il gruppo torna a rallentare e i fuggitivi riguadagnano fino a 5 minuti, mentre per la FDJ è Davide Cimolai a dettare l’andatura. La situazione però è in continuo divenire è così, quando mancano 100 km il gruppo recupera fino ai 2 minuti 30, tirato dalla Quickstep di Fernando Gaviria.
Da segnalare che la media della corsa nelle prime 5 ore è di 37,7 km/h; media dunque abbastanza bassa che potrebbe far risparmiare ai velocisti più pari energie preziose. A 77 km dalla conclusione avviene il passaggio dal secondo rifornimento fisso di Ceriale dove i fuggitivi hanno circa 2 minuti sul gruppo, sempre tirato delle squadre dei favoriti. Dopo il transito per Alassio il gruppo inizia a organizzarsi per l’avvicinamento ai tre Capi: Mele, Cervo e Berta.
Sul primo dei Capi tutte le squadre dei favoriti si portano davanti per proteggere il proprio leader e non farsi sorprendere troppo dietro.
Tra i primi due Capi scatta Alexis Gougeard (Ag2r La Mondiale) che guadagna una ventina di secondi sul gruppo, mentre dai battistrada si staccano Poli e Frapporti.
Nella solita cornice di fumogeni di Capo Berta si stacca dalla fuga anche Zurlo mentre Gougeard viene subito ripreso dal gruppo.
I corridori transitano poi da Imperia quando per il gruppo sta per iniziare uno dei momenti più importanti della corsa, dato che si sta avvicinando la Cipressa.
Come avviene ogni volta le squadre dei favoriti eseguono una volata per cercare di ottenere le prime posizioni del gruppo, con Katusha e Lotto Soudal tra le squadre più attive. All’inizio della salita di Cipressa (5.7 km, 4.1%, 9% max) il gruppo mette nel mirino i fuggitivi,; la fuga viene così annullata dopo 266 km. Sulla salita di Costa Rainera si muovono per primi in 5: Daniel Oss (BMC), Tim Wellens (Lotto Soudal), Mattia Cattaneo (Androni), Soren Kragh Andersen (Sunweb) e Matteo Trentin (Quickstep) con il belga della Lotto Soudal che poco dopo tenta un altro allungo seguito subito dal corridore dell’Androni. Il gruppo però annulla l’azione dei due, mentre si staccano Mark Cavendish (Dimension Data), Jacopo Guarnieri (FDJ), Juan Jose Lobato (Lotto Jumbo) e Niccolò Bonifazio (Bahrain Merida).
Dopo la discesa il gruppo torna sull’Aurelia e il primo a scattare è Tony Gallopin (Lotto Soudal), il quale però viene subito stoppato da Philippe Gilbert (Quickstep)
A fare l’andatura tra Cipressa e Poggio è la Bora Hansgrohe di Peter Sagan, aiutata da Trek Segafredo, FDJ E BMC, quando ormai nel gruppo fanno parte solo una cinquantina di unità.
La Quickstep inizia a prendere in mano la situazione con Tom Boonen che oggi lavora da gregario per Fernando Gaviria quando si sta avvicinando l’ultima possibilità per attaccare i velocisti: il Poggio.
Il Poggio (3.7 km, 3.7%, 8% max) inizia con il Team Sky a dettare l’andatura insieme a Tom Dumoulin (Sunweb) con Peter Sagan che già si trova nelle primissime posizioni del gruppo. A 6.3 km dalla fine attacca Peter Sagan che viene seguito da Michal Kwiatkowski e Julian Alaphilippe; i tre cominciano la discesa con circa 10 secondi di vantaggio sul gruppo, ora tirato dalla BMC e Bahrain Merida.
Il campione del mondo è quello che tira di più ma i tre riescono comunque a guadagnare fino a 20 secondi sul gruppo e cosi si giocano la Sanremo in volata.
Peter Sagan parte ai 250 metri ma la gambe non sono quelle migliori e così un incredibile Michal Kwiatkowski riesce a beffarlo al fotofinish. Terza piazza per Julian Alaphilippe mentre il gruppo viene regolato da Kristoff su Gaviria e Demare, con la top ten completata da Degenkolb, Bouhanni, Viviani e Ewan.
Per il polacco questa è insieme ai mondiali di Ponferrada una delle vittorie più belle della carriera, ed è la sua seconda vittoria stagionale dopo le Strade Bianche.
ORDINE D’ARRIVO
1. Michal KWIATKOWSKI
2. Peter SAGAN
3. Julian ALAPHILIPPE
4. Alexander KRISTOFF
5. Fernando GAVIRIA
6. Arnaud DEMARE
7. John DEGENKOLB
8. Nacer BOUHANNI
9. Elia VIVIANI
10. Caleb EWAN
LE PAGELLE
Kwiatkowski, 10: il polacco oggi è stato semplicemente perfetto. Sapevamo tutti che avesse una grande condizione dopo Strade Bianche e Tirreno Adriatico e oggi non sbaglia nulla seguendo Sagan sul Poggio per poi beffarlo in volata dopo un grande acume tattico ai 300 metri, quando ha lasciato un buco al campione del mondo costringendolo a partire presto. Per il polacco dopo due anni negativi arriva una vittoria importantissima, seconda solo al mondiale di Ponferrada
Sagan 9,5: non prende 10 solo perché fa secondo e non primo. Lo slovacco però dimostra ancora una volta di essere un corridore fantastico, quando decide di non aspettare la volata e prendere l’iniziativa sul Poggio. Per lui poi diventa difficile quando si è in 3 perché proprio per la sua grandezza, i compagni di fuga sono soliti a non dargli troppi cambi e così in volata arriva un po’ stanco e si deve arrendere al rientro del polacco.
Cercherà la rivincita nelle corse del pavè a partire da settimana prossima dove ancora una volta sarà il favorito numero uno.
Alaphilippe 8: ottimo terzo posto alla Sanremo per il giovane francese che si conferma come uno dei migliori prospetti del gruppo. Bravissimo a seguire Sagan sul Poggio, successivamente non da quasi nessun cambio in quanto sentiva di essere battuto dai due, come poi effettivamente avviene.
Kristoff 7.5: fa quello che deve, ovvero vince la volata del gruppo, ma oggi questa era solo per il quarto posto. Lo rivedremo alle classiche del nord.
Gaviria 7: conclude quinto dopo la caduta dello scorso anno, secondo del gruppo. Non può dire di essere soddisfatto appieno ma è comunque un risultato importante, visto anche la caduta di due giorni fa.
I fuggitivi 7: animano la corsa per più di 250 km, complimenti soprattutto a Maestri e Marangoni già attivissimi alla Tirreno.
gli attaccanti 5: se non fosse stato per il solito Peter Sagan non ci sarebbe stato nessun attacco fino a via Roma. Dov’erano tutti quelli che avevano dichiarato guerra su Cipressa e Poggio? Ci si aspettava di più soprattutto dalle squadre prive di uomini veloci. Ma per fortuna abbiamo un campione come Peter Sagan e dunque, godiamocelo.