Non faceva pre-tattica Roberto Mancini quando nel pomeriggio ammetteva: “La formazione non la so nemmeno io”. Alla vigilia di Italia-Lituania, che a poche settimane dal trionfo di Wembley diventa una tappa cruciale del suo percorso, il Ct perde Ciro Immobile e Lorenzo Insigne: il primo per un affaticamento, il secondo per motivi familiari. Due indisponibili, un diktat: vincere, vietato sbagliare. Per scacciare paure e fantasmi e per non perdere ulteriore terreno rispetto ad una Svizzera che ha due gare in meno e la possibilità virtuale di superare gli azzurri. Mancini chiede autostima: “I ragazzi devono ricordarsi chi sono e stare psicologicamente benissimo: hanno vinto l’Europeo, devono giocare tranquilli. Anche perché sono giocatori di esperienza, hanno le spalle abbastanza grandi per sopportare le critiche“. Il riferimento era per Immobile ma può adattarsi per tutti gli elementi in campo.
Si va verso una rotazione più o meno ampia: Pessina va verso una chance a centrocampo, a differenza di Sensi ancora fermato da una noia al polpaccio. Mentre il grande dubbio è quello che riguarda l’attaccante centrale vista l’indisponibilità di Immobile e Belotti. La soluzione è un centravanti di ruolo (Raspadori, Kean o Scamacca) o un falso nove ma anche Zaniolo non è al meglio e va verso il forfait (ma a differenza di Immobile resterà in ritiro). Raspadori è favorito, vuole mettersi in mostra dopo un Europeo vissuto da giovane del gruppo. Nelle prime due giornate di campionato, l’attaccante del Sassuolo è tra i primi dieci giocatori per conclusioni verso la porta. Ora giocherà con Chiesa e Bernardeschi, favoriti per supportarlo in attacco. Di Lorenzo, Acerbi, Bonucci, Biraghi a difesa della porta di Donnarumma. Stavolta errori non sono ammessi, non come contro la Bulgaria. “Se vinciamo le prossime tre, siamo qualificati“, ha detto Mancini in conferenza stampa. Ora la prima di tre finali. Quella più importante è stata già vinta settimane fa. Ma adesso c’è l’opportunità di cancellare definitivamente l’incubo Svezia. Un altro passo indietro non è accettabile.