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Non è l’Italia delle Notti Magiche. Ma Chiellini: “Tornati quelli di Wembley”

Roberto Mancini - fotomenis.it

Un record amaro, che consacra un nuovo, storico ciclo ma che inevitabilmente accende anche una spia d’allarme, mentre vecchi fantasmi provano a fare ombra al trionfo europeo ancora fresco nella memoria. L’Italia supera il primato di imbattibilità della Spagna, eguaglia quello mondiale del Brasile ma purtroppo frena ancora. A Basilea, dopo il pareggio contro la Bulgaria, gli azzurri di Mancini non vanno oltre uno 0-0 contro la Svizzera tra rimpianti e occasioni mancate. Su tutte il rigore sbagliato al 53′ da Jorginho, in lizza per il Pallone d’oro ma al secondo errore consecutivo dal dischetto. Il primo, indolore, fu a Wembley in finale degli Europei, ora questo pesa tantissimo perché con due partite da giocare la Svizzera può virtualmente superare gli azzurri nel girone C di qualificazioni ai Mondiali del 2022. Come è noto le 10 vincitrici dei gironi si qualificano ai mondiali. Le 10 seconde classificate nei gironi e le due migliori vincitrici dei gironi nella classifica generale di Nations League 2020/21 vanno agli spareggi, quelli che nel 2018 furono letali nella drammatica notte di San Siro con la Svezia.

L’Italia domina il gioco ma non è ancora spumeggiante come agli Europei. E questo nonostante le tante assenze nelle file della Svizzera che si presenta al St Jakob senza Xhaka, Shaqiri ed Embolo. Ma l’Italia crea solo due chance veramente nitide da gol. La prima si concretizza sull’asse degli ex compagni al Sassuolo. A giugno all’Olimpico fu letale, stavolta no e i ruoli sono invertiti: Locatelli inventa un assist geniale per Berardi che a tu per tu con Sommer sbaglia tutto. Il portiere elvetico si supera ancora nella ripresa su Jorginho dagli undici metri dopo un disastro di Rodriguez contro Berardi. A quel punto la Svizzera rinforza la mediana con Zakaria e toglie spazio sulla trequarti ai nuovi entrati: Chiesa e Zaniolo offrono alternative in più ma non riescono ad incidere.

Per Chiellini l’Italia “è tornata quella di Wembley”. Ma la sensazione è che un passo indietro ci sia stato, manca cattiveria, quella che ha caratterizzato un buon 80% dei gol dell’Europeo, con quella voglia decisiva di attaccare l’area di rigore e di fiondarsi su ogni palla vagante. “Ora testa alla Lituania“, dicono in coro Mancini, Chiellini e Di Lorenzo. Ed è davvero l’unica cosa da fare, per evitare di far riaffacciare fantasmi a pochi mesi dal sogno.

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