Serie A

Roma-Fiorentina, Mourinho: “La nostra parola chiave è ‘tempo’. Abraham? Sarà convocato”

Josè Mourinho - Foto Aleksandr Osipov - CC BY-SA 2.0

José Mourinho ha parlato nella conferenza stampa alla vigilia di Roma-Fiorentina, prima giornata del campionato di Serie A 2021/2022: La Fiorentina ha scelto bene, prima Gattuso e poi Italiano, complimenti a loro. Ho guardato un po’ di tutto, sia la Fiorentina attuale che lo Spezia dell’anno scorso con Italiano in panchina. Abbiamo analizzato il suo modo di pensare, ma la stessa cosa abbiamo fatto per quanto riguarda i giocatori della Fiorentina. Sarà una partita difficile, affronteremo giocatori di qualità guidati da un bravo allenatore che è arrivato da poco, come me. In ogni caso siamo dei bravi allenatori e le nostre squadre, secondo me, giocano già abbastanza bene nonostante lavorino con noi da così poco tempo”, ha affermato riferendosi alla Viola. Di seguito le dichiarazioni complete del tecnico giallorosso.

SUL CAMMINO FATTO FINORA – “Le vittorie aiutano a recuperare, quando si vince la stanchezza non è la stessa che c’è dopo una sconfitta e questo è stato un plus per noi. Contro il Trabzonspor nessuno ha avuto problemi fisici, quindi stiamo bene e siamo pronti. Ovviamente abbiamo giocato 48 ore fa ma il calcio di oggi è così. Ma siamo a inizio stagione e anche noi abbiamo bisogno di giocare, contro il Trabzonspor abbiamo un po’ avvertito la differenza con loro che erano più avanti. Abbiamo bisogno di giocare, per questo non farò tanti canti. Ora ci saranno quattro gare di fila e dobbiamo pensare solo a questo, senza soffermarci sulla stanchezza”.

SUI TIFOSI ALLO STADIO – “I tifosi possono aiutare ma possono anche giocare, che è un modo diverso di andare allo stadio, A volte sono lì per aiutare, altre volte sono allo stadio per giocare. Io spero che siano sugli spalti per questo perché possono farlo. La passione qui è tremenda, l’ho capito quando ho giocato a Roma da avversario. Da un anno o più la gente non va allo stadio, se creiamo una formula con la passione e ciò che manca sono convinto che i tifosi giocheranno con noi. In questo modo sarà molto più difficile per una buona squadra come la Fiorentina tornare a casa con un risultato positivo”.

SUL MERCATO – “Se ci manca qualcosa? Io l’ho detto qualche giorno fa. Oggi quello che mi manca sono i tre punti di domani. Questa è l’unica cosa che mi manca, sono sicuro che come voglio io i tre punti così li vuole anche Italiano. Penso solo a questo. Ma capisco la sua domanda: per finire la storia, ho cercato di spiegare nella maniera migliore possibile che il nostro mercato è stato un mercato di reazione perché abbiamo perso due giocatori che non ci aspettavamo di perdere. Quando la società fa uno sforzo come quello fatto per reagire in questo modo, io non ho diritto di richiedere nulla in più. Quindi mi nascondo dietro una parola chiave che è ‘tempo’. Questa sarà la parola chiave del nostro progetto ed è la parola che mi ha portato a Roma. Capisco che sarà complicato adesso fare qualcosa in più, io devo lavorare con tutti i giocatori che ho in rosa e ci sarà tempo per fare qualcosa: accadrà a gennaio o in estate. A me piace il progetto della società e non ho il diritto di chiedere niente di più. Andiamo avanti con il feeling che mi piace avere e pensando che affronteremo ogni partita per vincere. Questo è il nostro principio di vita, anche se giocheremo con squadre con più potenziale di noi come succederà nel corso della stagione”.

SUL PRATO DELL’OLIMPICO – “Io sono stato in Inghilterra e lì il clima aiuta tanto per la qualità dei campi. La loro organizzazione è perfetto su questo, quindi paragonare l’Inghilterra ad altri Paesi in questo senso è complicato. Ma mi rifiuto di pensare che l’infortunio di Smalling sia legato alle condizioni del campo. Il campo non era in buone condizioni e ho dei dubbi che lo sia domani, ma ho fiducia nella professionalità di chi se ne occupa e già dalla prossima settimana sono sicuro che il campo sarà in condizioni migliori. La questione comunque non riguarda solo il terreno dell’Olimpico, ma i campi in Italia in generale. Quando penso al livello degli allenatori in Italia, o a quelli che sono a casa come Conte, Gattuso e Ranieri, penso che tutti vogliamo un calcio di qualità. Per un calcio di qualità, servono dei campi di qualità”.

SU ABRAHAM – “Abraham domani ci sarà, non si è allenato con la squadra, ma le regole sono da rispettare. Si è dovuto allenare da solo, ma ha fatto un buon lavoro col Chelsea, ha giocato anche partite amichevoli di alto livello contro Arsenal e Tottenham. È stato in panchina nelle gare ufficiali, ma è pronto per giocare dal punto di vista fisico. È stata una settimana difficile tra viaggi, test fisici, documenti, contratti. Abbiamo tre attaccanti, Borja, lui ed Eldor. Siamo contentissimi di averli”.

SU FLORENZI – “Florenzi? “Gli faccio gli auguri per avere una buona stagione, se possibile finendo dietro di noi. Spero possa essere felice a Milano, ho parlato con lui una volta e nella sua testa era perfettamente chiaro quello che voleva fare: andare al Milan. Quello che piace a un giocatore è importante per me e la società lo ha aiutato”.

SUI CAMBIAMENTI – “Se sono cambiato negli ultimi anni? La Roma è un club gigante, della dimensione di tanti altri club dove sono stato. La natura dei progetti poi è un’altra cosa. Quando sono arrivato al Chelsea, all’Inter o al Real, i progetti erano ovvi e non c’erano dubbi. Per vincere oggi e neanche domani. La Roma è in una situazione diversa: è un club che non vince da tanto e che lo scorso anno è finita a 29 punti dal primo e a 16 dal quarto posto. E’ ovvio che serva tempo e nel calcio è importante. La realtà è che non vinciamo da tanti anni. C’è tanto lavoro da fare e molto spesso è un lavoro invisibile, ma i risultati arriveranno”.

SUL LAVORO DEI TERZINI – “Quando ero in Inghilterra, dicevo sempre ai miei che mi mancavano le conferenze in Italia perché lì non si parlava mai di calcio. Ora che sono in Italia, dico che non voglio parlare di tattica. Con il Trabzonspor abbiamo sbagliato tanti cross, è vero. Abbiamo spinto con entrambi i terzini, il calcio di oggi è andato in una direzione diversa rispetto al passato. Anni fa le squadre avevano un modulo e lo mantenevano sempre. Oggi è diverso, si parte in un modo e magari si cambia. Anche io cerco di farlo perché così diventa più complicato per gli avversari. Ci sono diversi modi per raggiungere l’obiettivo, che è vincere”. 

SULLE SQUADRE PIU’ ATTREZZATE – “Questa è una domanda facile perché voi sapete la risposta. Basta vedere la classifica. Quando le distanze sono di due o tre punti siamo tutti nella stessa tasca, quando invece sono di 29 o 16 punti è diverso. Lasciateci tranquilli e alla fine si vede. Il mio discorso non cambia: la prossima partita la vogliamo vincere. Quando giocheremo contro Juve, Milan, Inter o Atalanta non cambieremo il nostro atteggiamento”.

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