“Mi sono dimesso per avere la libertà di dire quello che pensano tanti tifosi ed esigere trasparenza. Non si è fatto tutto quello che si poteva fare. Tutti hanno notato la freddezza fra Messi e Laporta. Non è stata detta la verità, non c’è stata la volontà di trattare la permanenza di Messi. La Superlega è un grande progetto, ma incerto e non si capisce perché Laporta era a pranzo con il presidente del Real Madrid. Non ci sono le persone adatte a gestire questa crisi, all’interno del club: cacciare Messi è stata la cosa più facile, mentre non è stato fatto niente in casi come quelli di Umtiti, Coutinho o altre vacche sacre. Risolvere uno di quei contratti sarebbe stato un messaggio da sbattere in faccia a tutti, perché ad oggi, se non ci sono riduzioni degli ingaggi, non credo possano registrare Depay per farlo giocare domenica“. Parole significative e pungenti di Jaume Llopis, ormai ex dirigente del Barcellona, dimessosi dopo il mancato rinnovo e dunque il correlato addio di Lionel Messi. L’ex esponente blaugrana ha rilasciato pubblicamente eloquenti dichiarazioni, inerenti per l’appunto al caso della ‘Pulce’, determinato nel far sapere la verità ai sostenitori catalani. “Avevo accettato il taglio dell’ingaggio, ma non è bastato”. Dichiarazioni espresse da Messi, forse non così lontane dalla realtà.
Barcellona, l’ex dirigente Llopis: “La proprietà non voleva trattare il rinnovo di Messi”
Leo Messi - Foto Antonio Fraioli