“La finale? Non ho le parole, è qualcosa di assurdo. L’ho sempre vista in tv come una cosa troppo lontano e ora ci sono dentro“. Così un un soddisfatto Andrea Dallavalle commenta la finale conquistata nel salto triplo alle Olimpiadi di Tokyo 2020. “È quello che cercavo – prosegue l’azzurro -. Questo era il sogno da coronare e ce l’ho fatta, un’occasione speciale per dimostrare che quello che ho fatto quest’anno non è stato un caso. Il primo salto (16.99, ndr) andava fatto meglio, potevo subito qualificarmi però purtroppo non è venuto come volevo. Ero contento perché è una buona misura, ma non dava la certezza di passare però poi, guardando la classifica, anche quelli più forti di me hanno avuto qualche problema“.
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“Ho fatto due salti, il secondo è venuto una robaccia e l’ultimo mi hanno detto ‘fermati, non dovresti aver problemi’ – racconta Dallavalle – la teoria è diventata pratica e per fortuna siamo in finale. Ambizioni per la finale? È tutto da scrivere, possiamo arrivarci in condizioni ottime“. Un plurale d’obbligo, perché l’Italia sarà in finale anche con Emanuel Ihemeje. “Sono entrato in questo stadio concentrato al massimo avendo un solo obiettivo: dare tutto me stesso per arrivare a centrare la finale e grazie a Dio sono riuscito a farlo già dal primo salto”. Così Ihemeje racconta le emozioni dell’esordio in Nazionale con tanto di qualificazioni in finale ai Giochi, cogliendo l’occasione per ringraziare i tecnici con cui si è allenato sia in Francia che negli Stati Uniti.
“Ho provato a migliorare per non rischiare di essere lasciato fuori – prosegue l’azzurro – poi verso la fine ho iniziato a realizzare che sono finalista olimpico. Oggi ho capito che non bisogna mollare mai e crederci fino alla fine. Ora testa alla finale e dobbiamo ancora dare tutto e crederci fino in fondo -. Sognare è gratis, no? Sempre sognare in grande, ma sempre con i piedi a terra: lavoro, lavoro, concentrazione e poi cerchiamo di fare bene“.
Tobia Bocchi è invece “deluso e amareggiato” per una finale mancata di soli 5 centimetri, quelli che gli avrebbero permesso di scavalcare ed eliminare Zango, primatista del mondo indoor. “Si poteva scrivere un bel capitolo della storia dell’atletica italiana portando tre triplisti in finale e non è successo – prosegue Bocchi -, la colpa è mia. Analizzerò la gara insieme al mio allenatore e cercheremo di capire gli errori. È davvero un peccato perché non era impossibile saltare 16.83 oggi. Sicuramente la gara alle 9 del mattino non ha aiutato, però non è una scusa perché altri hanno performato“.
Una stagione comunque positiva per Bocchi, che ha superato per la prima volta i 17 metri: “Credo sia la prima volta che portiamo tre triplisti all’Olimpiade, potevamo portarne assolutamente tre in finale però sì, questa stagione è stata per me un grande ritorno dopo tante problematiche che si sono presentate lungo il mio percorso. Sono contento di essere qua, però credo che la grande caratteristica di un agonista sia quella di non accontentarsi mai e la finale mancata per me è una grande delusione, anche se in realtà è già un grande traguardo essere qua“.