Il Washington Post si lascia andare ad alcune incredibili affermazioni in un articolo pubblicato quest’oggi dal noto giornale americano. L’argomento è la finale dei 100 metri piani ed evidentemente negli Usa non avere un velocista di livello deve essere un dramma interno mica male, visto che, seppur senza mai scrivere la parola doping, vengono fatte alcune accuse velate a Marcell Jacobs e all’intero movimento dell’atletica: “Non è colpa di Jacobs se la storia dell’atletica fa sospettare dei miglioramenti improvvisi e immensi. Gli annali dello sport sono disseminati di campioni a sorpresa che poi si sono rivelati dei truffatori. Sarebbe ingiusto accusare Jacobs, ma sarebbe sbagliato non riconoscere il contesto della sua impresa. Jacobs merita il beneficio del dubbio, ma il suo sport no”.
Per sostenere la propria tesi, il giornale americano ripercorre la storia recente di Jacobs: “Fino alla scorsa primavera si era esibito alla periferia dell’élite dello sprint e il suo tempo di 9,84 secondi è di 0,1 secondi più veloce di quanto avesse mai corso prima delle Olimpiadi, un incredibile margine di miglioramento”.