Giro di boa all’Olimpiade di Tokyo 2020, con l’Italia che balla tra tabù oro e lo storico record di 36 medaglie firmato tra Los Angeles 1932 e Roma 1960. Sono 25, al momento, i podi della spedizione azzurra ma il bottino sarà arricchito quantomeno da un altro argento nel Nacra 17. Certo, Caterina Banti e Ruggero Tita non firmerebbero per il secondo posto quando sono in testa prima della medal race con 12 punti di vantaggio sulla Gran Bretagna: imperdibile dunque l’appuntamento di martedì, quando basterà il sesto posto per tornare ad ascoltare l’inno di Mameli e Novaro sul gradino più alto del podio e con il metallo più pregiato al collo. E con la speranza di festeggiare ancora in un’ultima settimana di Olimpiade in cui l’Italia si giocherà carte importanti.
SESTETTI E SETTEBELLO – l’Italvolley ci prova, sia al maschile che al femminile. Gli uomini, vice-campioni olimpici in carica, vogliono regalarsi e regalare al ct Blengini un oro prima del testimone da passare a De Giorgi. L’obiettivo del podio sembra alla portata anche per le ragazze terribili di Mazzanti: Egonu e compagne sono approdate di slancio ai quarti di finale e puntano al bersaglio grosso senza nascondersi, invertendo il trend del volley femminile mai sul podio fin qui in un’Olimpiade. Dai sestetti al Settebello del ct Campagna, che lotta in acqua e a suon di rimonte si sta facendo largo nella fase a gironi, puntando a far valere la propria caratura nel tabellone a eliminazione diretta. Gli azzurri si presentano da campioni del mondo in carica e bronzo olimpico, lecito dunque nutrire delle speranze di medaglia. Così come hanno voglia di conferme Nicolai/Lupo dopo lo storico argento a Rio 2016: gli alfieri del beach sono ormai una certezza nel panorama internazionale e finora le aspettative non sono state tradite. Difficile chiedere di più all’Italbasket. Gli uomini di Meo Sacchetti hanno già regalato emozioni con la qualificazione nel preolimpico e il pass per i quarti di finale a 17 anni dalla splendida favola di Atene, ma adesso si fa dura contro le armate rimaste in gioco.
GREG E BRUNI NEL FONDO – Dalla piscina alle acque libere. Gregorio Paltrinieri ha riempito il cuore degli appassionati italiani con un pazzesco argento negli 800 metri nonostante l’intoppo della mononucleosi a un mese da Tokyo, poi il quarto posto nei 1500. Sarebbe ingiusto chiedergli di più nei 10 km, ma chissà: parliamo comunque di Super Greg. Al femminile c’è curiosità per Rachele Bruni, una che raramente tradisce e il suo argento a Rio 2016 è un buon biglietto da visita per le ambizioni da podio.
CHAMIZO E KARATE, QUANTE CHANCE – “L’Italia mena forte”, parafrasando Centracchio dopo il bronzo regalato al suo Molise. E dalla lotta la spedizione azzurra ripone grandissime speranze in Frank Chamizo. L’italo-cubano è la testa di serie numero 1 del tabellone ma l’avversario principale sulla sua strada verso l’oro risponde al nome di Sidakov, che lo ha sconfitto nella finale mondiale del 2019. Pronta stupire il contingente azzurro nel karate, con 5 atleti e tutti con concrete possibilità di andare a podio. Nel kata con Viviana Bottaro e Mattia Busato, nel kumité Silvia Semeraro e Angelo Crescenzo, oltre al capitano Luigi Busà. Valanghe di medaglie per loro a livello mondiale e continentale, ora c’è l’opportunità di lasciare il segno anche nell’Olimpiade, con l’esordio a cinque cerchi del karate nella sua terra.
CICLISMO A CACCIA DELLA RISCOSSA – “Su pista è un’Italia da 6 medaglie”, la carica del portabandiera Elia Viviani. Difenderà l’omnium da campione uscente ma c’è grande attesa anche per il quartetto con un Filippo Ganna voglioso di riscatto dopo il podio mancato nella cronometro. E ancora la Madison che vedrà impegnato lo stesso Viviani in coppia con Consonni, oltre alla freschezza delle ragazze Paternoster, Balsamo, Guazzini e Barbieri.
PALMISANO IN MARCIA PER IL PODIO – Sogna una medaglia Antonella Palmisano, a un soffio dal podio a Rio 2016 con un quarto posto. Il bronzo è arrivato al Mondiale di Londra 2017 (anche per una squalifica di una marciatrice cinese al comando), ma la pugliese ha in mente un progetto ambizioso: uno straordinario regalo per il suo trentesimo compleanno, che festeggerà proprio marciando i 20 km sulle strade giapponesi.
FERRARI E RITMICA – Un sogno lungo una carriera e adesso tutt’altro che impossibile. Vanessa Ferrari tornerà in pedana per la finale di corpo libero con il miglior punteggio ottenuto in qualifica e la speranza di dimenticare quel bruciante quarto posto di Londra 2016 per un ex aequo. Volano in alto con le speranze anche le Farfalle capitanate da Alessia Maurelli: “Siamo la squadra da battere” è il mantra lanciato prima del volo da Fiumicino, anche in questo caso c’è da vendicare un bronzo sfumato in Brasile per due decimi nonostante un’ultima prova ai limiti della perfezione.
LA PRIMA VOLTA DELL’ARRAMPICATA – Altra disciplina che fa il suo ingresso nel programma olimpico, a meno di clamorosi colpi di scena il ruolo di outsider per l’Italia spetterà a Laura Rogorà. La classe 2001 può puntare anche al podio assieme alle giapponesi e alla francese Garnbret, c’è curiosità per la sua prova.