Roberto De Zerbi, ex tecnico del Sassuolo da poche settimane alla guida dello Shakhtar in Ucraina, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di TopCalcio 24: “E’ stata un’Italia meravigliosa che ha reso felici tutti, non solo per il risultato, ma anche per come ha vinto. Essere italiano a livello calcistico è sempre stato un orgoglio perché, con i nostri pregi e difetti, siamo sempre stati protagonisti. Poi abbiamo avuto momenti meno felici, ma una vittoria come questa dopo la mancata qualificazione al Mondiale ci voleva. Fa bene a tutti”. Di seguito le sue dichiarazioni complete.
SULL’AVVENTURA ALLO SHAKHTAR – “Abbiamo finito il ritiro perché il campionato inizia il 24. Fra due giorni riprendiamo la preparazione in vista della prima giornata. Poi dovremo pensare alla Champions League per la quale dobbiamo affrontare due turni e a settembre avremo anche la Supercoppa contro la Dinamo Kiev. Vogliamo iniziare subito bene perché vincere aiuta a vincere”.
SU MANCINI – “E’ stato bravissimo Mancini. Prima dell’Europeo dissi che a prescindere dal risultato vedere giocare la Nazionale era tornato ad essere un piacere. Grazie a Mancini si è vista una mentalità diversa, il merito è solo suo”.
SU BERARDI E LOCATELLI – “Se è anche una mia vittoria? Loro non avevano bisogno di me come allenatore. Erano forti anche prima. A forza di martellarli forse, però, sono diventati più forti mentalmente. Al rigore di Berardi ammetto di essermi emozionato perché so quanto sia sensibile. Lo stesso vale per l’errore di Locatelli, è stato come se lo avessi commesso io. Tutto questo senza dimenticare Raspadori e Caputo, a cui ho pensato ieri, che ha saltato l’Europeo per un infortunio”.
SULLA SCELTA DI LASCIARE L’ITALIA – “Ho lasciato l’Italia perché consideravo terminato, a malincuore, il mio percorso al Sassuolo. Altrimenti non me ne sarei mai andato. Lì mi sono divertito. Una volta capito che il percorso era terminato lo Shakhtar è stata la società che più si è avvicinata al mio ideale di calcio. Potermi confrontare con la Champions però è sicuramente una gratificazione”.