Euro 2020

Dal 1966 al 1968, quel biennio magico per azzurri e leoni. Ora a Wembley per sognare il ‘Maracanazo’

L’unica certezza è che, a prescindere dall’esito, sarà storica. Se vince l’Inghilterra, sarà il primo enorme successo della Nazionale dei tre leoni nel torneo. Se a Wembley dovesse invece trionfare l’Italia, il ‘Maracanazo’ sarebbe di certo in buona compagnia nell’elenco di finali perse in casa. Ghiggia, Vavà, il Minerazo del 7-1, ma anche Grosso a Dortmund. Un azzurro vuole aggiungersi all’elenco. La finale degli Europei 2020 offre due storie diverse: una sola vittoria per l’Inghilterra, al Mondiale (con polemiche) di 55 anni fa, tanti successi per gli azzurri che di fronte agli inglesi sfoggeranno quattro stelle e un Europeo, vinto nel 1968. Quella rassegna offrì un primo, possibile incrocio tra le due Nazionali. La semifinale però incoronò l’Italia con la monetina contro l’Urss e sancì l’eliminazione dell’Inghilterra (in dieci per la prima volta nella sua storia a causa dell’espulsione di Mullery) contro la Jugoslavia, che poi perse contro gli azzurri in un ultimo atto deciso da Riva e Anastasi nella ripetizione. E’ l’ultimo successo azzurro. Ma soprattutto la penultima semifinale dell’Inghilterra che nel 1996 fu eliminata ai rigori dalla Germania con Southgate, autore dell’errore decisivo.

Per l’Italia però la storia ha offerto altre due finalissime di Euro. Quella del 2000, dei rimpianti e del dolore: tante occasioni, il vantaggio sprecato e l’amaro golden goal di David Trezeguet. Vinse Zidane, lo sconfitto Totti fu eletto man of the match ma fu la sola amara consolazione. Nel 2012 la generazione d’oro della Spagna strapazzò un’Italia stanca e non all’altezza contro le furie rosse dagli zero punti di riferimento, con Fabregas falso nove e la qualità di Iniesta e David Silva a completare il tridente. Alla fine si risolse con l’umiliante scena di Casillas che chiede all’arbitro di non concedere recupero “per rispetto dell’Itallia”. Ora è il momento dell’Italia di Jorginho e di Donnarumma. Le due stelle più luminose che forse possono dire la loro anche su un altro fronte. Eppure nei precedenti dell’Italia finalista, nessun azzurro è mai andato oltre il quinto posto al Pallone d’oro. Facchetti fu quinto e Riva sesto nel 1968, Nesta si piazzò al quinto posto nel 2000, Pirlo nel 2012 non andò oltre la settima posizione. Sognare anche individualmente per sognare di squadra. Si può.

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