“Probabilmente è stata la miglior partita che ho giocato, dal punto di vista dell’atmosfera: i fan, i festeggiamenti, la gioia sui volti delle persone per vedere quanto fossero felici tutti e, naturalmente, dopo, tutti a cantare ‘Sweet Caroline’ è stato ovviamente un bel tocco speciale. Con 20.000 in più nello stadio, non so come suonerà, ma so solo che non vediamo l’ora“. Parola di Luke Shaw. Uno che è un po’ il simbolo di questa Inghilterra: criticato in passato, a testa alta oggi, e finalmente tra i migliori dopo tanti stop per infortunio. Ora gli spettatori saranno addirittura 60.000 per la semifinale contro la Danimarca e Wembley si prepara per una serata che può essere storica. In palio c’è la finale contro l’Italia nel mitico stadio inglese e nessuno vuole perdere l’occasione. Non la Danimarca che sogna i fasti del 1992. Non l’Inghilterra a cui un’occasione così forse non ricapiterà più. “Avremo 60.000 persone contro di noi e faremo tutto il possibile per farli tacere“, non ha usato mezzi termini Christian Nørgaard che si candida a partita in corso.
Occhi puntati su Harry Kane che sembra essersi sbloccato con tre reti in due partite nella fase ad eliminazione diretta. Ma soprattutto su Pickford che arriva in semifinale con cinque partite e 5 clean sheets all’attivo. C’è da sfatare l’incubo del 1996 quando l’ultima semifinale fu persa ai rigori proprio a Wembley contro la Germania. In un certo senso, Southgate (che sbagliò l’ultimo penalty) quel tabù l’ha già sfatato eliminando i tedeschi. Ma ora c’è da compiere l’ultimo step, la fiducia non è mai stata così al massimo. L’Inghilterra può diventare la 13ª nazione finalista agli Europei. La Danimarca può tornarci dopo 29 anni e per farlo ha bisogno della quinta vittoria in ventidue precedenti. L’ultima nel novembre 2020 fu deciso da Christian Eriksen. Sarà la sua partita, in ogni modo.
