“Non mi è pesato non allenare in quest’anno, il Covid non mi ha fatto venire voglia di rientrare velocemente”. Sono queste le parole in esclusiva a Sportitalia di Maurizio Sarri, allenatore della Lazio, tornato a sedersi su una panchina in seguito alla vittoria dello Scudetto con la Juventus al termine della stagione 2019/2020. Di seguito le sue dichiarazioni complete all’interno del programma condotto da Michele Criscitiello.
SARRI, LE SUE DICHIARAZIONI SULLA JUVENTUS
SARRI, LE SUE DICHIARAZIONI SUL NAPOLI
SULL’ANNO SABBATICO – “Se ci vuole del tempo per il mio lavoro? Un po’ per questo, ma anche perché quest’anno non c’erano le condizioni. Nel calcio dopo la pandemia era difficile rientrare con la voglia e le qualità giuste. Non mi ha pesato stare fuori, ora che si ricomincia a vedere un po’ di spettatori la voglia torna a prendere il sopravvento”.
SULLA CHIAMATA DI DE LAURENTIIS – “Ritorno al Napoli? Non avevo la certezza di poter essere molto utile in corsa. E perché non c’erano tanti presupposti. Tutte le società che mi hanno cercato durante la stagione hanno ricevuto la stessa risposta: che ero a disposizione, se volevano, per parlarne a luglio”.
SU JORGINHO – “Se vincesse anche l’Europeo, è chiaro che lo diventerebbe. È un giocatore raffinato, probabilmente non capibile da tutti. Devi mettergli gli occhi addosso e guardare solo lui in partita. È tanto bravo e intelligente che fa sembrare tutto facile, raramente ti rimane negli occhi qualcosa di spettacolare. Questa è la sua grandezza”.
SUL “NUOVO” SARRI – “A me piace molto De Zerbi. Sono esterrefatto dal fatto che un ragazzo di quella età scelga un’esperienza all’estero e non ci sia una grande che abbia pensato a lui. Secondo me ha fatto bene ad andare allo Shakhtar, mi dispiace non vederlo nel nostro campionato. Poi ci sono altri ragazzi giovani bravi, come Italiano o altri, ma De Zerbi penso abbia dimostrato di poter allenare una grande”.
SU UN POSSIBILE LITIGIO CON NEDVED POST UDINESE-JUVE – “No, non è assolutamente vero. C’erano normali discussioni post partita. Non mi è piaciuto che la squadra dopo aver praticamente vinto il campionato avesse un po’ mollato. Non mi piacciono questi atteggiamenti, perché staccare la spina e riattaccarla dopo non è semplice. La squadra doveva tirare al massimo fino a fine campionato per poi presentarsi il più pronti possibile alla Champions anche se non era semplice perché avevamo giocato tante partite in 50 giorni. Per me staccare la spina era un errore”.
SULLA SFIDA CONTRO MOURINHO – “È roba giornalistica. Alla fine giocherà Roma contro Lazio, non potrò segnare io o Mourinho salvare un gol. Contano le squadre, più dei giocatori e degli allenatori: sarebbe importante fare un grande lavoro, tornare a divertirsi e vedere la squadra fare un calcio che ti piace. Io penso che quando un allenatore si diverte lo trasmette e dopo un po’ si divertono i giocatori. Quando si divertono allenatore e giocatori, dopo un po’ si diverte anche il pubblico. Per me dire che si vince giocando male è un luogo comune”.
SUL DIVERTIMENTO – “Se mi sono divertito più al Chelsea o alla Juve. Mi sono divertito di più al Napoli. E gli ultimi mesi al Chelsea”.
SUL 4-3-3 ALLA LAZIO – “Nella rosa della Lazio non ci sono esterni alti, qualcosa bisogna cambiare. Io sono visto un integralista, ho giocato per anni col 4-2-3-1, poi col 4-3-1-2, negli ultimi anni il 4-3-3 e mi dicono sempre che sono un integralista. L’unica cosa che mi sono reso conto di non poter fare è la difesa a tre. L’idea di fondo sarebbe il 4-3-3, se poi il mercato porta soluzioni diverse vediamo. Lazzari? Mi fate parlare troppo di Lazio e mi dispiace, le prime parole da laziale le farei in presentazione. Quando uno ha una gamba come lui penso si possa adattare a tutto”.
SU SE STESSO – “Se negli anni è cambiato l’uomo o l’allenatore? Io penso che noi senza rendercene conto cambiamo continuamente. È impensabile essere l’allenatore o la persona di Empoli. Penso che sia naturale. Io ho delle esigenze quando alleno, voglio una società che mi faccia fare l’allenatore da campo. Se mi mettono a fare qualcosa di diverso mi intristisco e vado in frustrazione, non è qualcosa per cui mi sono dedicato a questo lavoro”.
SU GIROUD AL MILAN – “È un grandissimo professionista, uno di quelli che nel momento del bisogno c’è sempre. Prima della finale di Europa League, Zola mi chiese che idee avessi: io gli risposi che l’indomani avrebbero giocato di sicuro Giroud e Pedro, gli altri nove li avrebbe scelti lui. Sono due che non hanno mai fallito una finale”.
SU JORGINHO E KANTE’ – “Miglior coppia di centrocampisti al mondo? Secondo me Jorginho è più adatto a tre che a due, poi è intelligentissimo e si adatta a tutto. Kanté è mostruoso, ad altissima velocità fa 3,5 km mentre la media è 2,2. Ti recupera mille palloni, può giocare a due o a tre. Si sta parlando di giocatori di livello non indifferente, ma penso che in questo momento storico non possano venire in Italia”.
SULLA NAZIONALE – “Se me l’aspettavo così bella? Non ho visto tante partite dell’Europeo, quelle dell’Italia quasi tutte. Mi sembra che siamo palesemente la squadra che gioca il miglior calcio. Dalle scelte che erano state fatte mi aspettavo una squadra brillante e tecnica, penso che Mancini sia stato bravo in quello: aveva in mente un tipo di calcio ed è stato bravo a scegliere i giocatori giusti”.
SU SPALLETTI – “Se gli ho dato consigli per il Napoli? Sinceramente nell’ultimo periodo non l’ho sentito. Ha l’esperienza giusta per gestire qualsiasi tipo di squadra in qualsiasi situazione. In bocca al lupo, a Napoli è dura. ADL? Non è un presidente semplice, ma i risultati li porta”.