L’Ucraina non muore mai. Dopo la sconfitta subita dall’Austria ai gironi, con soli tre punti in saccoccia la squadra di Shevchenko sembrava ormai condannata all’eliminazione, o comunque a non essere tra le migliori quattro terze. E invece, la Finlandia e la Slovacchia sono riuscite a rovinare il loro Europeo nell’ultima partita e la squadra ucraina da appesa a un filo si è ritrovata agli ottavi. Potevano ritrovarsi contro la Spagna, così non è stato: è arrivata la Svezia con merito da prima del girone, ma questo deve aver infuso ulteriori certezze alla squadra di cui Mauro Tassotti è il vice. I due ex rossoneri guidano la squadra dell’est Europa a una vittoria incredibile contro gli scandinavi, segnando il gol decisivo esattamente nell’ultimo minuto utile prima dei rigori ormai scritti. E così Dovbyk al 120′ spedisce una squadra molto italiana proprio a Roma per i quarti contro l’Inghilterra. E sognare è lecito.
Una partita non bella dal punto di vista delle giocate a livello tecnico, ma ricca di pathos e tutto sommato divertente. A Glasgow non ci si è annoiati, anche se il secondo tempo non ha regalato gol ma solo pali, tra cui uno meraviglioso di Forsberg che avrebbe meritato l’ennesimo gol. Era stata la prima frazione, invece, a regalare le reti. Prima Zinchenko, con un diagonale al volo perfetto su una ancor più perfetta azione corale dei ragazzi di Shevchenko, poi poco prima dell’intervallo proprio Forsberg che è stato aiutato da una deviazione per portarsi a quota quattro nella classifica marcatori. Le due squadre si equivalgono e lo dimostrano sul campo scozzese, inevitabili i supplementari. Qui l’episodio che avrebbe potuto sparigliare le carte, ma che di fatto fa sì che la Svezia decida di giocare per i rigori e l’Ucraina pur attaccando non vuole rischiare. L’episodio in questione è l’espulsione di Danielson a venti minuti dal termine – e dunque dalla lotteria dei penalty – per un fallo da macellaio che peraltro Orsato si era perso nella sua gravità, provvidenziale l’aiuto del Var Irrati. Tutto sembrava apparecchiato per i rigori, ma al 120′ si è scritta la storia. E un emozionato Sheva con merito e con un po’ di fortuna si ritrova ai quarti.