Adesso sognare è lecito. Un’Italia diversa, costretta a soffrire, che va sotto e viene salvata dal Var, che deve accettare i supplementari e risolverla coi cambi. Gli azzurri sono ai quarti, lì troveremo una tra Belgio e Portogallo ma per sei giorni possiamo solo gioire. Una vittoria frutto del carattere, della capacità di cambiare piano tattico una volta trovate le difficoltà. Ed è così che ci siamo presi Wembley.
L’Austria c’ha tenuto testa, era passata in vantaggio e il Var c’ha salvato. Ma la vittoria resta meritata. Ed è anche frutto della cabala: nel 2003 Roberto Mancini sfidò Franco Foda in campo in Lazio-Sturm Graz e a segnare fu anche Enrico Chiesa. E di generazione in generazione, il grande escluso di questa rassegna continentale fin qui, Federico Chiesa, risolve i problemi degli azzurri e spacca la partita con un gol d’autore. L’altro protagonista è un altro subentrato, che si conferma trascinatore azzurro, che ricorda tanto la storia di Grosso ai Mondiali. Matteo Pessina è uno di noi che ce l’ha fatta e con il secondo gol a Euro 2020 entra di diritto tra i giocatori più influenti. La sofferenza dei primi novanta minuti torna nei cinque minuti finali dei supplementari: un gol ci sorprende ma non ci fa sprofondare nel dramma.