“Non c’è una foto di mio padre con la Coppa dell’Europeo vinto nel 1968. Dopo la conquista del trofeo, infatti, andò negli spogliatoi per consegnarla ai giocatori. Questa è vostra, disse ai suoi ragazzi”. Furio Valcareggi, figlio di Ferruccio, ha raccontato alcuni aneddoti della carriera del padre durante una visita al Museo del Calcio di Coverciano a Firenze. “Ferruccio Valcareggi era di poche parole, un uomo concreto, semplice e coraggioso. Per la ripetizione della finale dell’Europeo del ’68, infatti, cambiò 5 giocatori”
Il momento della chiamata del padre a guidare la Nazionale: “Nel 1966 lo chiamò Artemio Franchi. Eravamo in piazza Fardella a Firenze e non fu facile rintracciare mio padre perchè non avevamo il numero di telefono sull’elenco. Appena ci comunicò la notizia in famiglia fu una festa”.
“Iniziò però col basket – racconta il figlio – con cui si laureò campione del Triveneto. A 17 anni esplode l’amore per il pallone. Lo scelse la Triestina. Felicità mista ad ammirazione per Nereo Rocco, che era il suo idolo. L’ho seguito sempre sin da bambino anche nelle trasferte quando militava nei vari club e in seguito con la Nazionale. Ero orgoglioso di lui e non l’ho ringraziato mai abbastanza”.