Basket

Basket, Petrucci contro Datome e Belinelli: “Un atleta dovrebbe fare di tutto per andare alle Olimpiadi”

Gianni Petrucci - Foto Sportface

“Fa male, ne soffro perché è lo specchio di un sistema sbagliato. Il basket italiano si riempie la bocca di Nba, Eurolega e poi non capisce che l’Olimpiade vale molto di più, è la laurea dello sport. E si diventa campioni inseguendo il sogno olimpico. Comincia così l’intervista rilasciata da Gianni Petrucci alla Gazzetta dello Sport, riferendosi soprattutto alla rinuncia da parte di Marco Belinelli e Gigi Datome di partecipare al preolimpico di Belgrado (dal 29 giugno al 4 luglio) con la Nazionale, dove l’Italia si giocherà la possibilità di strappare il passa per le Olimpiadi di Tokyo 2020. I due, infatti, reduci dalla finale Scudetto tra Olimpia Milano e Virtus Bologna, vinta da quest’ultima, hanno deciso di non forzare troppo il proprio fisico e dedicarsi al recupero.

“Mi chiedo come mai il riposo e gli interventi chirurgici vengono sempre programmati in coincidenza dell’attività della Nazionale”, continua Petrucci. Che poi si interroga: “E se avessero dovuto giocare la finale scudetto fino a gara-7 si sarebbero risparmiati? Credo che un campione davanti alla prospettiva di giocare un’Olimpiade farebbe di tutto per esserci”. Il presidente della Fip fa poi un confronto con altri sport: “Il problema è solo del basket? Purtroppo sì, guardate nel calcio con quale trasporto gioca la Nazionale. Ha riportato entusiasmo. Questa generazione non ha lo spirito olimpico delle precedenti. Meneghin non avrebbe mai rinunciato, come Myers. Tutti sono utili e nessuno è indispensabile. Non voglio parlare di singoli, c’è tanta amarezza”, conclude Petrucci.

SportFace