Nove vittorie consecutiva, nove porte inviolate consecutive, ventotto partite senza sconfitte, due gol subiti in quattordici partite. L’obiettivo per la Nazionale di Mancini sarà dare un senso più alto a questi numeri, anche se il senso sta proprio nella natura intrinseca di un ciclo che sta rendendo l’incubo Svezia lontanissimo, molto di più di quei quattro anni che separano il disastro Ventura dalla rivoluzione Mancini. Dopo la vittoria per 3-0 sulla Turchia, l’Italia cerca la qualificazione contro la Svizzera sempre nella cornice di un Olimpico che si riempie d’entusiasmo. La prova contro Calhanoglu e compagni è stata un capolavoro: pressing soffocante, manovra dal basso fluida e leggera, transizione positiva verticale e letale. Il Ct conferma l’undici in blocco, anzi no: cambia Florenzi (infortunato), ma anche Di Lorenzo (subentrato all’esordio) e al suo posto c’è Toloi. Meno spinta, più equilibrio con una probabile difesa a 3 e mezzo per lasciare Spinazzola nelle condizioni di agire sulle praterie più lontane della corsia sinistra, dopo l’esordio che gli è valso il premio di ‘star of the match’. A centrocampo conferme per Barella, Jorginho e Locatelli, viste le condizioni di Verratti ancora non ottimali. Non c’è motivo per rischiare se il centrocampista del Sassuolo è ormai un punto fermo della Nazionale. Come non è necessario cambiare il tridente: per far riposare Immobile e Insigne, c’è tempo; cambiare Berardi dopo l’ottimo esordio è invece insensato. Pronti dalla panchina i vari Di Lorenzo, Cristante, Chiesa e Belotti. Insomma, una Nazionale con una rosa lunga e con un gruppo unito da una sana concorrenza che non può che far bene ai titolari a caccia del pass per gli ottavi già da stasera.
Di fronte però ci sarà una Svizzera da non sottovalutare. Sono dieci i calciatori della rosa attuale ad aver partecipato anche agli Europei 2016. Occhi puntati sul capitano Granit Xhaka (nel mirino della Roma) che si appresta a giocare la sua 26esima partita degli Europei – tra fasi finali e qualificazioni – a tre lunghezze dal recordman elvetico Stéphane Chapuisat. Ma anche su Breel Embolo, devastante contro il Galles ma ancora schiacciato nella sua discontinuità che lo ha limitato da anni in Nazionale e col Moenchengladbach. Il gol contro il Galles è stato il suo primo in una fase finale al nono tentativo, e solo il sesto in 44 presenze con la Svizzera. A Chiellini e Bonucci il compito di confermare la fama di talento discontinuo.