La solita Italia. Quella che ormai da due anni ha cambiato corso, ha ripreso quota nel Ranking Fifa e ha raggiunto un’identità che da anni era ormai smarrita. Nell’ultimo test amichevole prima del debutto agli Europei 2020 contro la Turchia, l’Italia fa quel che le riesce meglio da un po’ di tempo, cioè dall’insediamento del Ct Mancini sulla panchina più ambita: domina e stravince. Lo fa contro una delle potenziali avversarie nella fase ad eliminazione diretta, cioè quella Repubblica Ceca che in quanto a talento non manca: Schick, Jankto, Barak, tutte vecchie e attuali conoscenze del nostro calcio. Eppure al Dall’Ara il copione del match non ha mostrato un match così poi diverso da quello contro San Marino. Ad una settimana dall’esordio, l’Italia tiene bene il campo, gioca, si diverte, segna e non fa segnare. Decidono le reti di Immobile (23′), Barella (42′), Insigne (66′), Berardi (73′). Si tratta dell’ottava vittoria consecutiva senza subire gol per gli azzurri che mai avevano fatto registrare questo score.
Nel complesso, nelle undici partite giocate, l’Italia ha subito una sola rete, da van de Beek contro l’Olanda. “Di buon auspicio“, ripete Mancini. Di fronte c’è la Turchia: avversario ostico, soprattutto per quanto riguarda la difesa con soli tre gol subiti nella fase di qualificazione. A Bologna però le note positive non sono poche in una serata che sembrava da incubo con l’infortunio di Bonucci, poi subito smaltito dal difensore juventino e che si è chiusa con l’esordio del giovane Raspadori. Apre Immobile, che trova il terzo gol in quattro partite lasciandosi alle spalle critiche che sembrano ormai lontane sulle prove in azzurro. Raddoppia Barella, che spera di essere trascinatore in azzurro quanto lo è stato con l’Inter. Poi spazio a gioie anche per Berardi, al sesto gol in dodici sfide in azzurro con la media di un ogni due partite e per Insigne, che dopo la stagione più prolifica col Napoli (19 gol in campionato) vuole essere un protagonosta. Lorenzo compie 30 anni. Per la lode serve un grande Europeo.