“Fare la calciatrice non è un lavoro”. E’ accaduto al confine tra Svezia e Danimarca, dove vive Katrine Veje: la giocatrice danese classe ’91, in forza ora al Rosengard, è stata fermata dalla polizia perché priva di una motivazione valida per spostarsi tra i due paesi. Veje ha parlato ai microfoni di Aftonbladet: “Uno dei poliziotti mi ha detto che fare la calciatrice non è un lavoro e che quindi dovevo tornarmene a casa. Io ho cominciato a ridere, perché pensavo mi stesse prendendo in giro. Ma no. Non è stato così. Le persone non mi riconoscono spesso nonostante tutti sanno che Rosengård è una squadra famosa che ha fatto anche i quarti di finale di Champions…”.
I poliziotti, tuttavia, sono stati irremovibili: “In realtà l’altro poliziotto ha detto ‘è il suo lavoro’. Quindi semplicemente sono dovuta salire sul treno successivo. Il mio primo pensiero è stato che ad un uomo non sarebbe mai accaduto, ero molto arrabbiata. Ho anche chiesto il nome del poliziotto per fare reclamo, ma non me lo hanno fornito. Non si sono scusati, il collega ha riso dicendomi di prendere il treno successivo. In ogni caso questa era una persona su cento agenti di polizia. Spesso sono molto gentili. Solo sfortunato ad aver incontrato lui”.