“Aver vinto lo scudetto con quattro giornate di anticipo testimonia il buon lavoro che hanno fatto i ragazzi. Adesso c’è più serenità, inevitabile che vogliamo continuare a fare bene ma è giusto dare spazio a chi ha giocato di meno però cercheremo sino alla fine di fare il nostro meglio. I ragazzi sanno che tipo di mentalità e pensiero ho“. Queste le parole di Antonio Conte poche ore dopo la conquista matematica dello scudetto con l’Inter, il diciannovesimo della storia del club nerazzurro. Il mister dell’Inter è intervenuto ai microfoni di ‘Sky Calcio Club’.
CAMBIO TATTICO – C’è stato un percorso anche da punto di vista tattico, in questi due anni abbiamo provato diverse situazioni: abbiamo iniziato come avevamo finito l’anno scorso pressando alti a prescindere dalla zona di campo. Quest’anno nelle prime 10-12 partite siamo ripartiti con la stessa idea di calcio, ma dopo un po’ le squadre e gli avversari ti studiano e in contropiede prendevi tanti gol. Le squadre che vincono secondo me devono avere equilibrio tra la fase offensiva e quella difensiva.
PARTITA DELLA SVOLTA – Contro il Sassuolo partita della svolta? Avevamo studiato quel tipo di partita, la grande squadra non deve avere un solo copione ma deve avere rispetto dell’avversario e capire dove fargli male. Non ci siamo mai snaturati, quando abbiamo la palla sappiamo benissimo come fare anche contro squadre chiuse.
CAPOLAVORO – La cosa più bella che mi è capitata all’Inter è stata quella di trovare un gruppo di lavoro che si sono fidati ciecamente su quello che ho proposto. Questa è stata la cosa più bella che ho trovato: la crescita di tutti quanti ha portato a questo risultato. Non solo dentro il campo, ma anche dal punto di vista mentale: questi non sono più giocatori che partecipavano ma che hanno vinto.
VINCERE CON L’INTER E’ DIVERSO – Fa piacere ed è un grandissimo onore essere accostato a Giovanni Trapattoni, ho avuto la fortuna di incontrarlo e sono convinto che se non ci fosse stato lui non avrei fatto questo percorso calcistico. Non è facile vincere con l’Inter, non è semplice: chi ha giocato o è stato allenatore nell’Inter capisce che è una situazione complicata, devi entrarci dentro e devi capire tante dinamiche e devi stare a volte al gioco. Ma non ti devi snaturare e io non l’ho fatto. I tifosi hanno capito e hanno apprezzato perché ho sposato la causa, sono molto contento perché sono stato chiamato all’Inter per riportare la squadra in tre anni, esserci riuscito in due anni mi riempie di soddisfazione perché è stata fatta una cosa non semplice.
QUALITA’ DEL GIOCO – L’Inter gioca un calcio moderno, sappiamo fare tutto: dalla costruzione del basso, contropiede, attesa. I giocatori hanno imparato a fare tutto, riconoscere le varie situazioni e a leggere la partita. Sapendo anche i propri difetti, dobbiamo essere i primi a riconoscerli. Basta che guardate il gol con il Crotone contro ieri, un gol bellissimo da vedere e rivedere.
PERISIC – L’idea mia iniziale, quando sono arrivato, era quello di utilizzarlo come quinto. Poi ci deve essere anche la disponibilità del calciatore per fare quel tipo di ruolo, la fase difensiva non era così propensa a farlo. Quest’anno è tornato con un’altra testa, con un’altra disponibilità. Ha qualità fisiche incredibili, ha destro e sinistra e salta bene di testa. A volte è mancato in alcune situazioni di personalità, deve credere in più in sé stesso.
FUTURO – Abbiamo pensato tantissimo al presente perché non potevamo fare diversamente, era troppo importante portare questa barca in porto. Adesso il presidente è arrivato, mancano quattro partite. Voglio anche godermi questo momento, ho più esperienza e voglio godermelo perché è stato sudato. Poi ci sarà giustamente il tempo per parlare tutti quanti, per capire benissimo la situazione e provare ad organizzarci e vedere cosa ne viene fuori. Non voglio che nessuno possa disturbare questo successo.