Una conferenza stampa difficile. È così che l’ha definita Conor O’Shea, allenatore della nazionale italiana di rugby che oggi ha perso per 10-63 contro l’Irlanda. Non ci sono scusanti per quello che è successo allo Stadio Olimpico: “Oggi è stata una giornata veramente dura – ha detto il ct – e abbiamo dovuto combattere molto specialmente nei primi venti minuti. Ci sono stati errori che ci hanno esposto alla pressione avversaria e sappiamo quanto l’Irlanda sia brava a mantenere il possesso. I meriti vanno all’Irlanda che ci ha messo in difficoltà sotto ogni punto di vista”.
Non una battuta d’arresto, comunque, per il progetto Italia. Anzi, anche da queste giornate si possono raccogliere dati utili per il futuro: “L’Italia ha combattuto fino alla fine della partita. Avremo momenti migliori, ma questi sono i giorni per i quali dobbiamo continuare a lavorare. Possiamo colmare il divario con le squadre più forti: io non sto qui insieme a Parisse a nascondermi dietro un progetto a lungo termine. Questa squadra ha davanti un futuro roseo e, per migliorare, dobbiamo incidere molto sull’intero movimento del rugby italiano. Abbiamo veramente un gruppo eccezionale di persone, che non abbassa mai la testa e che continuerà a lavorare sia per il lungo termine, sia per toglierci qualche soddisfazione nell’immediato”.
Alza la voce il capitano Sergio Parisse. Il numero otto azzurro ha piena fiducia in O’Shea e nel futuro: “Ho vissuto tante di queste giornate – ha affermato il capitano -. Odio perdere, ma il mio compito è quello di aiutare i miei compagni e di farli smettere di lamentarsi e di piangere. Dobbiamo alzare la testa e dobbiamo fare i sacrifici per migliorare. Forse, io finirò la carriera senza vincere il Sei Nazioni, ma voglio lavorare per fare in modo che qualcuno dopo di me possa farlo. Inizieremo a rialzare la testa già a Twickenham contro l’Inghilterra“.