“Sono molto felice della medaglia di oggi, nonostante le imperfezioni del mio esercizio. Non è andata proprio come volevo, ma per il momento e per gli ostacoli che ho dovuto superare, anche appena prima di partire, le difficoltà nella preparazione, va benissimo così”. Dopo aver conquistato la medaglia di bronzo al corpo libero agli Europei di Basilea, Vanessa Ferrari ha raccontato la sua emozione ai microfoni della Federazione.
“Sono felice e spero che questo sia solo il punto di (ri)partenza per me e soprattutto per l’Italia intera, che si possa ripartire e ritornare a sognare in grande. Per me questa medaglia è il simbolo della resilienza, ecco il senso della resistenza” ha detto. “Dopo i tanti infortuni e le sfortune che ho avuto durante la mia carriera, spero che questo sia solo un punto di partenza per correre ancora di più, verso nuovi obiettivi E spero davvero che l’Italia si possa rialzare, come ho fatto io, dopo questo brutto periodo”.
“Non gareggiavo in un Europeo dal 2015. Dopo cosi tanto tempo, tornare in una rassegna continentale sui quattro attrezzi non è stato facile. Nelle qualifiche ho provato a prendere la carta olimpica, però questo 25 aprile ce l’avevo nel mirino da molto tempo. È stata una finale tosta”, ha ammesso, “sono arrivata un po’ stanca, dopo una settimana di allenamenti e competizioni, sempre in condizioni gara, con attrezzatura dura, e le gambe, soprattutto a trent’anni, lo sentono. Poi avevo un po’ di tensione di troppo addosso. Tutte queste cose insieme mi hanno fatto sporcare l’esecuzione. Tre settimane fa ero a casa con il Covid, con i sintomi, stavo male. A pochi giorni dagli Europei fermarmi così non fa bene alla preparazione. Ho fatto i miei errori, non cerco alibi, però lasciatemi gioire di essere arrivata al bronzo malgrado tutto. Mi fa ben sperare per il futuro. Significa che ho ancora margini di miglioramento. Se ripenso ai vari lockdown, l’anno scorso sono stata più di un mese lontana dalla palestra, poi, al rinvio dei Giochi e di tante altre manifestazioni internazionali, anche qualificanti per Tokyo stessa, senza sapere per cosa ci si sta allenando, mi chiedo da sola come abbia fatto a mantenere la concentrazione”.
Intanto la qualificazione alle prossime Olimpiadi resta uno degli obiettivi principali per il cannibale di Orzinuovi: “Sto finendo il percorso di qualificazione da individualista, ma sono tornata sui quattro attrezzi anche per aprirmi la possibilità di andare in Giappone con la squadra. Mi tengo aperte entrambe le possibilità, e una volta là mi giocherò le mie carte. Oltre che al corpo libero vorrei far bene nell’All around. Devo quindi migliorare il resto, incrementare e ripulire gli altri attrezzi. Pensavo di arrivare a Basilea con esercizi più competitivi a parallele e trave. Con quello che ho passato però, a causa di tutti questi imprevisti, ho dovuto ridimensionarli”.
“Dopo Montreal qualcuno mi aveva dato per finita. Dicevano che non sarei più tornata. Inizialmente devo ammettere che l’ho pensato anch’io, perché temevo che a quell’età, dopo un infortunio del genere, il tendine non sarebbe più andato a posto. Sono stata ferma per tanto tempo, ho ricominciato per non aver rimpianti. Mi sono detta, provaci ancora! Non so, sinceramente, se salirò sull’aereo per Tokyo, mancano mesi, però posso assicurarvi che ce la metterò tutta per realizzare il mio sogno. Come andrà a finire? Chi può dirlo. A me basta essere sicura di aver dato il massimo!”, ha concluso.