Antonio Conte è raggiante dopo la vittoria della sua Inter sull’Hellas Verona, che avvicina il club nerazzurro allo scudetto. Una felicità manifestata in campo anche dopo il gol di Matteo Darmian. “In quella corsa è attaccato il 95 per cento dello scudetto. Ancora non lo abbiamo conquistato, ma vincere oggi contro una squadra che non aveva nulla da perdere è stato importante. Oggi questa vittoria vale come nove punti. Io ho sempre parlato di questo obiettivo, l’ho sempre pensato fin dal primo momento in cui ho firmato un contratto triennale con questa squadra“, ha detto l’allenatore.
Ancora Antonio Conte. “Arrivare a questo punto, con il pallone che inizia a pesare non è facile. Tanti giocatori si trovano per la prima volta a lottare per il titolo, la pressione si sente. Anche oggi la partita l’abbiamo fatta, è inevitabile che situazioni come quella pronti via con Lautaro a tu per tu con il portiere dimostrano che il pallone inizia a essere più pesante di prima. I ragazzi lo stanno sentendo, ma anche gli altri perdono punti e il nostro andamento è comunque costante nonostante ci fossimo fermati nelle ultime due partite“. L’allenatore ha scherzato anche su Hakimi. “A battere i rigori è una pippa, l’importante è che non batta i penalty ma sulle punizioni e sul resto sta migliorando molto“.
Conte è anche tornato sul tema futuro. “Ieri ho detto che siamo concentrati sul futuro, perché il presente è più importante. Poi quando avremmo raggiunto l’obiettivo, ho detto che pretenderò chiarezza. Farmi passare per un guerrafondaio forse fa comodo. Si è parlato in ogni giornale della mia conferenza stampa di ieri, che però è stata da zero a zero“. E poi ancora. “Quando uno inizia un lavoro è contento di andare avanti, non è facile rincominciare sempre da zero. Però è normale parlare a fine stagione per fare il punto. Il mio cognome so che è pesante e ti porta a dover lottare per vincere ogni competizione“.
Infine ha parlato delle similitudini tra il trio difensivo Skriniar-De Vrij-Bastoni e quello dell’epoca juventina formato da Bonucci, Barzagli e Chiellini. “Li rivedo in loro, anche gli juventini all’inizio non avevano curriculum e non avevano vinto niente quando ho iniziato a lavorare con loro. Erano vergini da quel punto di vista“, ha concluso Conte.