Stefanos Tsitsipas, David Goffin, Fabio Fognini e Rafael Nadal hanno raggiunto le semifinali del Masters 1000 di Montecarlo 2021, come da previsione, sconfiggendo agevolmente i rispettivi avversari. No? Esatto, tutto il contrario, o quasi. Soltanto il greco è riuscito a sopravvivere ai letali quarti di finale del prestigioso torneo monegasco, che ha offerto sfide mozzafiato, inaspettate per evoluzione specifica e per certi versi paradossali. Tsitsipas ha superato lo sfortunato Alejandro Davidovich Fokina, sfiorando il flop contro un avversario in difficoltà fisica, successivamente difatti ritiratosi per forza maggiore. Ottima reazione mentale dopo un break subito, comunque, del talentuoso e mai banale ellenico, sebbene sarebbe stato quantomeno interessante osservare il prosieguo dell’incontro dopo il 7-5 iniziale.
Daniel Evans? Una storia davvero curiosa. Soltanto due match vinti in carriera, sul rosso, prima di Montecarlo. Sconfitto tra le polemiche contro Lorenzo Musetti, una settimana prima, a Cagliari. Battuto il finalista dell’ultima edizione all’esordio, Dusan Lajovic. Annichilito Hubert Hurkacz, vittorioso a Miami recentemente. Clamorosamente collezionato anche lo scalpo di un Novak Djokovic sottotono e da manicomio dopo la mole impressionante di variazioni proposte dal britannico. Virando sui quarti, però, argomento in evidenza, Evans ha eliminato in tre set David Goffin, un osso duro per qualsivoglia avversario e reduce da una convincente vittoria contro Alexander Zverev. Evans ha riavvolto il nastro del tennis dalle origini, ha impugnato un’immaginaria racchetta di legno e ha disegnato il campo con il proprio amato arnese. Slice, discese a rete, volée al bacio: insomma, un tennis d’altri tempi che ha mandato più volte fuori giri Goffin, anzi, fuori di testa. 5-7, 6-3, 6-4 e Evans in semifinale sulla terra, che, per dirla alla Tim Henman, ‘non è di certo la sua superficie preferita’.
Daniel Evans – Masters 1000 Montecarlo 2021
Photo © Ray Giubilo
Se con Evans ha vinto il tennis fantasioso, con Casper Ruud ha trionfato il tennis della regolarità. Dritto spesso devastante, errori ridotti al minimo, fase difensiva a tratti strepitosa e rarissimi cali di concentrazione. L’estro di Fabio Fognini ha scardinato solo in parte l’indole da guerriero del norvegese, rialzatosi dopo ogni caduta e infine superiore all’azzurro, campione in carica, per 6-4, 6-3. Tanti rammarichi per Fognini, seppur sia evidente il merito di un tennista giovane, gradualmente migliorato nel corso degli ultimi due anni e fautore di vari exploit sulla terra. Ruud rappresenta il futuro del movimento nordico, di certo, ma il presente non è lontano da essere tra le sue mani: top 20 sempre più vicina e i colossi di questo sport non giocheranno per sempre. Classe ’98, non esattamente classe da vendere, ma classifica alla mano: progressi spaventosi, mese dopo mese.
E Nadal? Eliminato da Andrey Rublev? Sì, non è neanche una sorpresa così clamorosa. Il talento incredibile del russo è esploso e non da poco tempo. Lo stupore è legato naturalmente a una sconfitta sulla terra di Nadal, evento raro e usualmente evitato dal fenomenale maiorchino, ma difficile contenere l’onda d’urto espressa dal moscovita. Vincente, vincente, ancora vincente e…un altro vincente! Rublev ha collezionato colpi super, tenuto testa a Nadal sugli scambi prolissi (!) e non ha mai mollato un punto, mai gettato la spugna. Vittoria meritata di Rublev, semifinale ancor più meritata, mentre i complimenti non sono meritati, sono decisamente doverosi: 6-2, 4-6, 6-2.
Andrey Rublev – Masters 1000 Montecarlo 2021
Photo © Ray Giubilo