“L’Atalanta ha la sua identità e gioca sui suoi ritmi, ma in Italia non ci siamo solo noi. Forse ci danno fastidio le interruzioni. Ci piace quando ci lasciano giocare, le interruzioni ci danno fastidio“. Lo ha detto Gian Piero Gasperini sul suo percorso da allenatore dell’Atalanta. Tra qualificazioni in Champions League e grandi cavalcate in Europa, il rimpianto è una finale di Coppa Italia persa contro la Lazio e caratterizzata dalle polemiche per un rigore non concesso per un mani di Bastos: “No, era involontario – scherza ai microfoni di Radio Deejay -. Era un muro a pallavolo. Se mi ha fatto incavolare? Sì, era l’unico caso certo che fosse fallo di mano. No, non ce l’ho con la Lazio, non è che se non ci hanno dato il rigore è colpa della Lazio”.
E sull’eliminazione contro il Real Madrid: “L’obiettivo era restare in partita almeno nel primo tempo e poi rischiare un po’ di più, era comunque difficile. Ci stavamo riuscendo bene. Dire che l’Atalanta fosse favorita era un po’ troppo. Il Real Madrid delle ultime partite lasciava un po’ a desiderare, ma poi quando sono arrivati i momenti decisivi è cambiato tutto”.
A tenere banco in questa stagione anche l’addio turbolento del Papu Gomez: “Non ho mandato io via Gomez. Sarò sempre grato per tutto quello che abbiamo fatto in questi anni”. Infine Gasperini conclude su Pirlo: “La sua società ha una fiducia smisurata. Magari hanno l’idea che possa diventare un grande allenatore. Il fatto di conoscere aiuta, ma l’allenatore è tutto un altro mestiere, ti devi formare. Lo puoi fare in tanti modi, magari partendo dalla Juventus“, ha concluso Gasperini.