Sono passati ormai dieci anni dalla sua esperienza al Milan, e Rodney Strasser racconta cosa è cambiato nella sua vita e della sua esperienza in Italia, il suo secondo paese dopo la Sierra Leone. “In questi giorni sono impegnato con la Sierra Leone. Ho fatto la mia ultima esperienza di club in Finlandia: il campionato ricomincia ad aprile, ma non ci voglio tornare. Penso a giocare con la mia nazionale adesso. Poi vedremo”.
L’esperienza in Finlandia: “In Finlandia ci sono andato per rilanciarmi. Ho giocato e sono rientrato in Nazionale, prima di quell’esperienza ero un po’ fermo. Volevo tornare ad alti livelli in massima divisione, non giocare in seconda o in terza. Cercavo un campionato di Serie A e l’ho trovato. Il calcio non è come quello italiano, ma ci sono stadi belli e c’è tanta organizzazione. Mi è piaciuto. Poi la Finlandia è un Paese tranquillo in cui si sta bene”.
Sull’Italia: “L’Italia mi manca sempre: è il mio secondo Paese dopo la Sierra Leone. Sono stato tanti anni in Italia. Ci sono arrivato quando avevo 17 anni, da voi sono cresciuto e sono diventato un uomo. Ho cominciato col Milan, poi sono stato in altre squadre. Mi manca tutto dell’Italia: il cibo, la cultura, la gente. Una volta all’anno ci ritorno: ho la residenza”.
Strasser ha successivamente raccontato la sua infanzia in Sierra Leone e come si è avvicinato al calcio: “Mio padre era un giocatore: è stato lui a farmi innamorare del pallone. Io sono l’unico calciatore in famiglia, i miei fratelli fanno altri mestieri. Da piccolo seguivo il calcio inglese. Ho cominciato a guardare la Serie A quando all’Inter è arrivato Mohamed Kallon, che è nato in Sierra Leone come me. Il calcio è tutto per me: sognavo di diventare un professionista e ci sono riuscito. Senza calcio non so come sarebbe stata la mia vita”.
Il suo passaggio al Milan nel 2007: “Ricordo che avevamo fatto un torneo in Europa con un club della Sierra Leone. Poi mi hanno chiamato al Milan per fare un provino, l’ho superato ed è iniziato tutto. Con la Primavera ho vinto la Coppa Italia nel 2009-10, c’era anche De Sciglio in squadra. Ricordo la finale, è stata una bella soddisfazione. Poi sono in arrivato in prima squadra”.
L’ex rossonero su Allegri, Ancelotti e Leonardo, tutti e tre suoi ex allenatori: “Sono tre grandi allenatori. Ricordo mister Allegri con affetto perché c’era lui in panchina quando abbiamo vinto lo scudetto. In quel Milan giocavano tanti campioni: mi hanno insegnato ad essere umile, ad essere un uomo dentro e fuori dal campo. I campioni di quel Milan erano fortissimi, dei fenomeni straordinari. Ho imparato qualcosa da ciascuno di loro”.