Il portiere dell’Udinese, Juan Musso, nel corso di un’intervista rilasciata al canale tematico bianconero, ha commentato la stagione del club friulano: “Penso che, con la Lazio, la sconfitta non sia stata meritata. La squadra ha fatto molte più cose buone che cattive, ce la giochiamo sempre con tutti anche con quelle squadre sulla carta più forti. Noi, però, non ci sentiamo più forti né più deboli di nessuno, giochiamo ogni gara come se fosse l’ultima e credo che ieri il pareggio ci stesse. Siamo una squadra che ha raccolto tanto basandosi sulla fase difensiva, molto compatta. La nostra compattezza ci ha portato molti risultati, anche ieri, a parte il gol, la Lazio non ci ha creato grossi problemi, anzi siamo cresciuti anche nella fase offensiva e abbiamo creato pericoli. Sono convinto che questa squadra ragioni da grande, siamo un gruppo di uomini veri, il primo obiettivo era arrivare a 40 punti ma vogliamo di più e affrontiamo ogni partita sempre per fare punti. Non sento che ci stiamo rilassando o accontentando di salvarci, anzi”.
“Percepisco che vogliamo arrivare più in alto possibile e nella parte sinistra della classifica. – ha aggiunto l’argentino – Tutti i ragazzi vogliono questo, nel primo tempo di ieri non abbiamo fatto benissimo ma, dopo lo svantaggio, abbiamo reagito subito per questo non credo ci sia un problema di motivazioni. Sono convinto che ognuno di noi voglia arrivare tra i primi 10, non ci accontentiamo di fare soltanto i 7 punti che mancano per arrivare a quota 40. Dobbiamo affrontare ogni partita sapendo di poter vincere con tutti e la squadra è concentrata su questo, con l’ambizione di concludere nella parte sinistra della classifica. Ieri non sono stato perfetto nella parata sul tiro di Luis Alberto, forse ho dato per scontato che la palla fosse già nelle mie mani, poi sono stato bravo a coprire lo specchio della porta sulla ribattuta di Immobile, nel secondo tempo, poi, ho risposto bene sul calcio d’angolo sempre di Luis Alberto anche se sono sbattuto sul palo per evitare il gol. Abbiamo costruito una fase difensiva molto solida ed è ancora più difficile per un portiere essere concentrato in quelle poche circostanze in cui le avversarie creano pericoli”.
Musso è convinto che la squadra possa dare qualcosa in più, soprattutto in alcune partite: “Bisogna alzare il livello in quelle circostanze per farsi trovare pronti e mi fa molto piacere che gli avversari arrivino poco dalle nostre parti. La Lazio ieri festeggiava molto la vittoria perché, oramai, tutte le squadre sanno che venire a vincere qui a Udine è difficilissimo. Rispetto agli anni scorsi siamo ancora più uniti come gruppo, con la volontà di fare le cose come una grande squadra e ogni partita cerchiamo di fare punti, sono contento di far pare di questa squadra e sono convinto che arriveremo il più alto possibile giocando ogni gara alla morte e dando gioie ai tifosi. Il rapporto che abbiamo tra noi argentini e gli spagnoli è naturale viste le abitudini simili ma abbiamo una squadra fatta di ragazzi di tanti paesi diversi, con tante lingue parlate in spogliatoio ma abbiamo tutti lo stesso obiettivo di far bene. Io non mi accontento di fare una, due o 10 partite bene ma voglio sempre migliorarmi e mi fa piacere che anche la squadra abbia questa mentalità. Conosco De Paul da quando avevamo 13 anni, abbiamo fatto tutto il settore giovanile insieme al Racing, ora è un leader, si prende le responsabilità ed ha capito che non si gioca pensando solo alla fase offensiva, copre alla perfezione ogni spazio del campo”.
“Mi fa tanto piacere vederlo a questo livello, ora è anche capitano e per questo tutto il gruppo cerca di supportarlo viste le sue grandissime qualità. Mio padre giocava come portiere tra i dilettanti, io ho iniziato giocando a basket ma poi ho cominciato a giocare in porta quasi per caso e sono andato avanti così perché mi piaceva tanto e mio padre mi dava dei buoni consigli. Mia madre è avvocato, mio padre ingegnere, loro volevano farmi studiare e farmi avere una carriera all’università invece la mia passione è sempre stata il calcio e ho sempre creduto che il mio destino fosse quello di diventare un portiere. Ringrazio tanto i miei genitori perché sono stati e sono importantissimi nella mia vita. Quando avevo 14 anni ho deciso di andare a Buenos Aires per giocare lei non era d’accordo ma ora è felice per me. Mi piace molto vivere Udine passeggiando da solo o con il mio cane anche perché posso incontrare qualche tifoso e avere un contatto con la gente”, ha concluso il portiere bianconero.