Il CIO continuerà a consigliare la vaccinazione agli atleti e ai tecnici che andranno in scena a Tokyo, ma non pretenderà che venga garantito loro un accesso prioritario alle vaccinazioni. Accesso prioritario che sarà invece garantito, si dice in una nota, a “categorie protette, infermieri e medici e chiunque lavori per rendere più sicura la nostra società”.
Il CIO sta lavorando, continua la nota, per l’introduzione di “una serie di contromisure al Covid che comprendono procedure di immigrazione, misure di quarantena, test, equipaggiamenti di protezione, tracciamento dei contatti e vaccini”. Thomas Bach, presidente del Comitato, ha poi elencato i quattro capisaldi che hanno mosso le iniziative: “Per prima cosa, di organizzare i Giochi in un ambiente che sia sicuro per tutti; poi, come seconda cosa, ribadisco che per le vaccinazioni la precedenza vada data alle categorie più esposte, come medici, infermieri e gruppi più ‘deboli’. Per terza cosa, incoraggiamo tutti i partecipanti e coloro che fanno parte del mondo olimpico e paralimpico ad accettare di vaccinarsi qualora venga loro proposto di farlo, anche per solidarietà verso i giapponesi che ci ospiteranno. Quarto, la vaccinazione non sarà comunque obbligatoria”. E ciò anche se “il CIO lavorerà con i comitato olimpici nazionali per incoraggiare atleti, dirigenti e stakeholder a farsi vaccinare nei rispettivi paesi, nel rispetto delle linee guida nazionali sull’immunizzazioni, prima di partire per il Giappone”.