“Pioli, l’allenatore, si è finalmente liberato della ‘maledizione del secondo anno’: apprezzatissimo ed efficace nella prima stagione, ripetevamo, ma nel secondo va in difficoltà. Anche perché Stefano è sempre stato colpevolmente aziendalista e il tecnico aziendalista, che fa con quello che gli viene dato e non si impone durante il mercato – nel calcio piegatosi al profitto non ha futuro”. Queste le parole di Ivan Zazzaroni tra le pagine del Corriere dello Sport, di cui è direttore, sull’attuale situazione del Milan, primo in Serie A. “Sono peraltro convinto che il rapporto instaurato con Ibrahimovic l’abbia completato: professionista misurato, leale e preparato, uno che non cerca scorciatoie ma solo semplificazioni, Pioli ha trovato nello svedese una sorta di integratore naturale (soprannaturale, per dirla alla Zlatan) sul piano della personalità e del comando”.
“L’Inter è invece una singolare combinazione di previsto e imprevisto: si è affidata mani, piedi, testa e portafoglio (fin che ce n’era) a Antonio Conte, alla continua ricerca di miglioramenti tecnico-atletici, ma non è riuscita a soddisfarlo del tutto poiché l’estate scorsa è cambiata radicalmente la politica finanziaria della proprietà cinese ha aggiunto Zazzaroni, parlando dell’Inter -. Da mille a zero. Il Milan era partito per riconquistare un posto in Champions e adesso si ritrova in corsa per il titolo. L’Inter, per migliorare il secondo posto della scorsa stagione (e ho detto tutto) e andare più avanti possibile in Champions. Ma il calcio, si sa, è malandrino”.