Giovanni Stroppa, tecnico del Crotone, ha parlato nella consueta conferenza stampa alla vigilia della sfida di campionato contro l’Hellas Verona. “Cosa mi aspetto a Verona? Mi auguro e spero che la squadra non ricada in errori gratuiti, quindi dobbiamo alzare al massimo il livello dell’attenzione, per il resto ci siamo, anche se siamo venuti a mancare nei momenti salienti. Dobbiamo avere veleno in corpo, furore nel non regalare nulla. Il Verona ha un’identità consolidata, chiunque gioca va a 3000 all’ora. Juric è straordinario in tutto quello che sta facendo” ha detto Stroppa.
Il tecnico ha poi sottolineato l’importanza della partita: “Bisogna fare assolutamente punti, fortunatamente pur avendo questo trend negativo siamo sempre nella possibilità di rientrare in corsa con una vittoria e parlare di un campionato diverso. Abbiamo fatto molto bene a Natale e abbiamo visto una classifica che si stava aprendo a cose diverse. La squadra si allena benissimo ed ha un’ottima qualità nel fare le cose, dobbiamo migliorare e sappiamo dove. Bisogna pensare ai punti, manca poco per poter combattere in maniera migliore rispetto a quello che stiamo facendo“.
Nel match contro la Roma Molina si è spostato sulla fascia e Stroppa non esclude che si possa ripetere: “Quando abbiamo messo le due punte con Messias trequarti mi è piaciuto, Molina è stata una necessità e sarà riproposto sicuramente come quinto“. In difesa invece scelte obbligate, come spiega il tecnico: “Penso che possa giocare Djidji, in mezzo siamo un po’ obbligati e rimane il ballottaggio tra Cuomo e Luperto sulla sinistra“.
Per quanto riguarda l’attacco, in ballottaggio la scelta di Simy o Riviere affianco a Messias: “Riviere è in vantaggio, in questo momento ha una condizione migliore e l’ho fatto anche riposare mercoledì. Chiaramente con queste tre partite ravvicinate, con squadre che potevano farti correre, era giusto poterli alternare“. Infine, Stroppa nega un possibile cambio di tattica: “No, tatticamente mi dispiace ma non credo di stravolgere nulla. L’opzione di poter mettere un trequarti rimane, ma la squadra ha un’identità straordinaria in campo, c’è soltanto, ma è determinante, la fase di non possesso negli ultimi metri nel voler difendere il risultato“.