La Lazio vince ancora, stavolta lo fa contro il Genoa per 4-2, nella sfida dello stadio Olimpico valida per gli ottavi di finale di Coppa Italia. La squadra biancoceleste sigla il doppio vantaggio, grazie ai gol di Djordjevic e Hoedt. Poi si fa rimontare, nel primo tempo, dalla splendida rete di Pinilla e dall’ex Pandev. Soltanto nella ripresa, con le giuste sostituzioni, i ragazzi del tecnico Inzaghi riescono a ribaltare nuovamente la gara: ancora Milinkovic-Savic a segno, Immobile per la ciliegina sulla torta e la qualificazione ai quarti di finale di Tim Cup: si giocherà il 31 gennaio contro l’Inter, a San Siro.
LAZIO (4-3-3)
Strakosha 6
E’ lui il secondo portiere, per Vargic non ce n’è neanche in Coppa Italia. Nulla può sullo splendido gol di Pinilla, esce a valanga – ma senza successo – sul bis di Pandev.
Patric 6.5
Contro l’Atalanta, è entrato in campo e ha fatto la differenza. Contro il Genoa, parte titolare e fa davvero bene. Grinta infinita, spinta sulla corsia destra, una crescita evidente: una riserva di lusso, forse qualcosa di più.
Wallace 6
Dimostra maturità e maggiori sicurezze, anche in una difesa ridisegnata dal turnover. Nella coppia di centrali, è il brasiliano a dettare i tempi degli anticipi, anche se non sempre risulta puntuale. Avrebbe comunque potuto fare meglio sull’incursione di Pinilla che ha portato al primo gol del Genoa.
Hoedt 6
Non fa quel che deve, in difesa, quando non chiude su Pinilla sul primo gol degli ospiti e su Pandev in occasione del secondo. Fa quel che deve, invece, in attacco. Sui piedi dell’olandese capita un pallone d’oro, dai venti metri libera un sinistro delicato ma potente, che vale il raddoppio biancoceleste. Ottima chiusura, nel finale, su Pinilla.
Lukaku 6
Tra un infortunio alla caviglia e una permanenza in Belgio non autorizzata, torna titolare dopo i tre minuti giocati un mese e mezzo fa. E’ un terzino di spinta, sa far bene questo ruolo, duettando con Felipe Anderson sulla corsia mancina. Meno bravo in fase difensiva, da sempre suo limite.
Parolo 6
Decisamente meglio rispetto le ultime apparizioni, più smalto e idee. Ritorna a regalare i giusti inserimenti, a far muro in mediana nonché a favorire le azioni offensive biancocelesti. Serve un Parolo così propositivo anche in campionato. (Dal 78′ Murgia s.v.: sperava in una chance da titolare, si deve accontentare di dieci minuti nel finale, visto come si era messa la partita).
Biglia 6
Stavolta è molto più leader che nelle ultime partite. Non fa nulla di eccezionale, certo, ma dirige il centrocampo biancoceleste e manovra la regia con esperienza, senz’altro maggiormente libero dalla marcatura dell’avversario di turno.
Lulic 5.5
Squalificato per la sfida di campionato contro la Juventus, Inzaghi lo impiega in Tim Cup. Quando si impegna, riesce a sbagliare qualsiasi cosa: passaggi filtranti, contrasti, ultimi tocchi. Tra gli errori, la palla persa in mediana che dà il via al primo gol del Genoa.
Lombardi 6.5
Si prende il posto da titolare, non fa mai venir meno impegno e sacrificio. Sulla corsia destra dell’attacco, corre a più non posso e serve spesso palloni interessanti ai compagni in mezzo all’area di rigore. (Dal 58′ Milinkovic-Savic 7: è il momento d’oro del serbo, Inzaghi sembra non poterne fare più a meno. Decisivo con l’Atalanta, si ripete anche contro il Grifone: castiga la squadra di Juric alla prima occasione, il destro del centrocampista vale il tris che riporta in vantaggio i biancocelesti).
Djordjevic 6.5
Tra panchine e voci di mercato, non gonfiava la rete dallo scorso 24 aprile 2016 contro la Sampdoria. Dopo nove mesi di digiuno, torna al gol e sblocca la partita della Lazio, anche se la sua “non esultanza” ha il sapore d’addio. Poi, si procura anche il calcio di rigore, fallito successivamente da Felipe Anderson. (Dal 56′ Immobile 7: è stato sette partite senza segnare, gli sono bastati quattro giorni per esultare due volte. La mira è tornata la solita, la sua rete mette in ghiaccio il risultato e porta la Lazio alla sfida con l’Inter).
Felipe Anderson 5.5
Torna a fare quel che gli piace, l’esterno d’attacco: ritrova estro e colpi, serve a Djordjevic l’assist del vantaggio biancoceleste. Ha tra i piedi l’occasione del raddoppio su calcio di rigore: la realizzazione è un tiro debole e centrale per le braccia di Lamanna. Perde pure palla su Munoz, quella che dà il via al pareggio rossoblù.
All. Inzaghi 7
Fa un turnover ragionato, perché la Coppa Italia “è un obiettivo, vogliamo arrivare fino in fondo”. Per questo cambia la difesa, ma si affida praticamente al centrocampo titolare, non risparmiando neanche Felipe Anderson in vista della Juventus. Si infuria per la rimonta subita, poi azzecca i cambi – spedisce in campo Milinkovic-Savic e Immobile – e riacciuffa vittoria e qualificazione.
GENOA (3-4-3)
Lamanna 6.5
Complice l’assenza di Perin, continua a difendere la porta del Grifone e lo fa anche bene: nulla può sul primo gol laziale, forse avrebbe potuto fare qualcosa sul tiro di Hoedt da distanza siderale. Nel mezzo, però, neutralizza il rigore di Felipe Anderson, tenendo in vita i suoi nel momento più delicato del match.
Munoz 5.5
Approfitta come meglio non potrebbe della dormita di Felipe Anderson, che gli spiana la strada con una finta senza senso: lui ringrazia e lancia Lazovic verso il pareggio di Pandev. Bene in attacco, ma migliorabile in difesa: l’ex Palermo si prende delle pericolose pause.
Burdisso 5.5
Guida una difesa tutta argentina, il feeling con i connazionali però non sembra essere dei migliori. Poco reattivo sul primo gol biancoceleste, troppo molle sul raddoppio: cerca di cavarsela con il mestiere, non sempre ci riesce.
Orban 5
In una serata in cui le difese non brillano, l’argentino si adegua: Lombardi lo mette in crisi con la velocità, poi è Djordjevic a costringerlo al fallo da rigore. Si riscatta, solo parzialmente, nella ripresa quando si fa notare per un paio di chiusure. Ha sulla coscienza pure il terzo gol, con un rinvio sbilenco. (Dal 71′ Gentiletti 5: entra per blindare il risultato, ma la Lazio dilaga. Si fa notare solo per un fallo su Immobile che gli costa l’ammonizione).
Lazovic 6
La fascia destra è il terreno da caccia: favorito dalla presenza di Lukaku, più bravo a spingere che a contenere, fa il bello e il cattivo tempo. E’ proprio grazie al centrocampista che nasce il pareggio rossoblù, una spina nel fianco soprattutto nella prima frazione di gioco.
Rigoni 6
Partita gagliarda, come al solito, quella del centrocampista. Polmoni e grinta al servizio della mediana rossoblù. Sbaglia qualche appoggio di troppo, ma non fa mai mancare il proprio apporto, sia in copertura che in fase offensiva. (Dall’85’ Ntcham s.v.).
Cofie 5.5
Si piazza in mezzo al campo, cerca di dare geometrie al gioco genoano, ma non gli riesce alla perfezione. Qualche sbavatura di troppo, non è certo la miglior partita da quando è sbarcato nel capoluogo ligure.
Laxalt 6
Juric lo schiera nei quattro in mediana: a centrocampo sembra frenato, si esprime meglio in posizione più avanzata. Cerca un paio di incursioni delle sue, anche se non proprio brillanti. Fa quello che gli chiede il tecnico e basta per strappare la sufficienza.
Ocampos 5.5
E’ il più evanescente dei tre attaccanti genoani: avrebbe anche un paio di occasioni per fare male alla difesa biancoceleste, ma gli manca sempre il guizzo vincente. Quando lo trova, è il palo a negargli la gioia del gol. Sfortunato. (Dal 66′ Ninkovic 5.5: entra per dare vivacità all’attacco genoano, senza riuscirci).
Pinilla 6
Il suo sinistro è da far vedere e rivedere nelle scuole calcio, la palla si insacca proprio sotto l’incorcio dei pali. Nella partita del cileno, però, non c’è solo il gol: lotta, si danna l’anima e fa a spallate con l’intera difesa laziale. Sostanza e sacrificio per un match più che sufficiente.
Pandev 6.5
La legge dell’ex è una delle regole non scritte del calcio e il macedone non fa eccezione. Il destro del serbo sotto misura, che elude l’uscita di Strakosha, vale il 2-2 e l’ennesima rivincita personale. Prima, però, aveva provato già a bucare la porta con un tiro al volo dal limite.
All. Juric 5.5
Quello del mercato è sempre un periodo particolare per il Genoa. Le partenze di Rincon e Pavoletti hanno alterato gli equilibri interni, ma otto gol subiti in due partite sembrano decisamente troppi: urgono correttivi già dalla prossima sfida contro il Crotone.