Ciclismo

Ciclismo, Fabio Jakobsen racconta l’incidente: “Ho pensato di morire almeno 100 volte”

Fabio Jakobsen - Foto Twitter

Dopo cinque mesi Fabio Jakobsen torna a parlare del tragico incidente al Giro di Polonia, in cui ha seriamente rischiato la vita. In una lunga intervista al  Thijs Zonneveld, l’olandese della Deceuninck-Quick Step ripercorre un’esperienza davvero traumatica: “Ricordo di aver percorso l’ultimo chilometro dietro a Davide Ballerini e Florian Senechal che mi stavano tirando la volata, poi il vuoto. Florian è venuto in mio soccorso, ero in mezzo alle barriere crollate e tutti gli altri erano fermi e scioccati. Ha letto il terrore nel mio volto e mi ha leggermente alzato la testa perchè stavo soffocando nel mio sangue che era dappertutto.”

Difficile descrivere i danni fisici subiti da Jakobsen, ma le parole della fidanzata Delore sono eloquenti: “Quando sono arrivata in ospedale l’ho riconosciuto solo dalle sopracciglia – ricorda – Aveva la faccia rettangolare e un tubo in testa per drenare il liquido cerebrale, quando poi ha potuto aprire la bocca ho visto che non aveva più denti e nemmeno il palato o la mascella. Potevo vedere dentro al suo naso.

Per giorni Jakobsen è stato in bilico tra la vita e la morte: “Non sono credente, ma è venuto anche un prete perchè volevo vivere. Preferirei correre tre grandi giri di seguito piuttosto che fare un solo altro giorno in terapia intensiva. Ho pensato almeno cento volte ‘ecco, oggi morirò’. Anche se non era vero, mi sentivo come se fosse arrivato il momento. Solo dal terzo giorno ho capito che avrei potuto farcela.” Un recupero molto lungo, che ha avuto momenti difficili: “Ho potuto mettermi a sedere solo dopo quattro settimane per le piaghe da decubito, ma adesso qualche settimana fa sono tornato in bicicletta. Alcuni compagni sono venuti a trovarmi, andavamo a trenta all’ora ma a me sembrava di volare sugli Champs-Elysees. Non so quale sarà il mio futuro, al momento non c’è niente che impedisca il recupero ma non so se potrò tornare a dare il 100%. Vedremo.”

Infine l’olandese parla anche di Dylan Groenewegen, che ha causato l’incidente e che è stato oggetto di durissimi attacchi: “Da un lato lo incolpo, dall’altro mi dispiace per entrambi. Però è ancora difficile comprendere cosa ha fatto, so che vuole incontrarmi ma non sono ancora pronto. Spero di tornare presto in corsa anche per lui, così potremo lasciarci tutto alle spalle. Avrebbe dovuto pensare alle sue azioni, siamo uomini e non animali.”

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