“L’ho visto per l’ultima volta ieri, alle Scotte. Era entrato in coma e non mi ha riconosciuto. Fino al giorno prima sorrideva, anche se aveva perduto la forza di parlare. Era malato dalla primavera, colpito al polmone. Decise di non farlo sapere, di affrontare la malattia protetto dalla famiglia, senza clamori. Dalla malattia originaria se ne sono sviluppate altre, anche alle ossa, certo indotte dalla debilitazione che ogni giorno lo rendeva più vulnerabile. No, il Covid non lo ha colpito”. Rossano Rossi, fratello maggiore di Paolo Rossi, racconta così gli ultimi giorni di vita del grande Pablito, scomparso all’età di 64 anni per via di un tumore: “In pochi mesi ha subito interventi, si è sottoposto a cure impattanti. Lo ha fatto con coraggio, impegnando tutto sé stesso, fino a sabato ha ricevuto le terapie. Paolo aveva fiducia dei sanitari di Siena si era affidato loro con la massima disponibilità e ha offerto ai medici ogni energia per superare il male. Si è aiutato da solo, con l’affetto della famiglia, di noi”.
Nonostante tutto ciò, il campione del mondo di collegava normalmente da casa con tutti i programmi sportivi: “Si collegava dal pc di casa con la Domenica sportiva, come tanti fanno, oggi, in tempi di Covid. Per sostenere la breve intervista era necessaria una iniezione che lo tenesse su. Il medico gliela praticava poco prima. Gli faceva piacere mostrarsi agli sportivi, al suo mondo del calcio. Noi familiari annunciavamo che si era operato alla schiena, per spiegare la sua assenza. E non era una bugia, perché in questi mesi si è sottoposto anche a un intervento alla vertebra”.