“Buonasera Luis, ecco la lezione di oggi e il testo per l’esame. Buona domenica, ci vediamo lunedì, Stefania”. La Procura di Perugia ha ricostruito le lunghe interlocuzioni tra l’Università per Stranieri e Luis Suarez, nell’ambito dell’esame farsa del giocatore uruguaiano. Alcune intercettazioni sono agghiaccianti e surreali, eccone alcune di seguito, riportate da La Repubblica. “Parla italiano para amigos”, diceva ridendo l’esaminatore Lorenzo Rocca. Dall’ateneo perugino, inoltre, sono stati inviati dei testi preconfezionati che il giocatore avrebbe dovuto imparare a memoria per poi recitarlo davanti alla commissione: “Abito a Barcellona, in Spagna, da sei anni. La Spagna mi piace molto, due miei figli sono nati in Spagna. Barcellona mi piace molto, sono andato in vacanza a Barcellona quando avevo 15 anni e mi è piaciuta molto. Sono sposato da 10 anni. Mia moglie si chiama Sofia ed è uruguaiana ma ha anche il passaporto italiano. Ho tre figli: una bambina si chiama Delfina, e ha 10 anni. Un bambino si chiama Benjamin e ha sette anni. L’ultimo bambino deve fare due anni e si chiama Lautaro. Ho giocato nella nazionale dell’Uruguay, in Olanda, al Liverpool in Inghilterra e poi a Barcellona in Spagna. Mi piace molto il mio lavoro di calciatore professionista. Il calcio è la mia passione. Mi piace molto stare con la mia famiglia. Gioco spesso alla Playstation”, è uno di questi.
Suarez non sa nulla dell’Italia e dell’italiano, ma può contare su altre frasi già pronte che gli hanno procurato gli alti dirigenti dell’Università: “Di solito in Uruguay le famiglie sono numerose. Nella mia famiglia facciamo tutto insieme. Non c’è una divisione dei compiti, tutti possono fare tutto: a me non piace fare la spesa, la spesa la fa sempre mia moglie. Dipende molto dalla famiglia e dalle persone, non sempre nel mio paese la situazione è la stessa. Dipende dalla cultura, forse in Italia c’è differenza tra Nord e Sud”.
Uno dei dialoghi più incredibili venuto alla luce dalle intercettazioni è quello che Lorenzo Rocca aveva preparato a Suarez con tanto di botta e risposta già presente: Rocca: “Ciao Luis come va?”. Suarez: “Ciao Lorenzo tutto bene. E tu?”. R.: “Tutto bene grazie. E tu? Come ti trovi a Perugia? E tua moglie e i tuoi figli?”. S.: “Mi trovo bene, grazie. Anche loro stanno bene, i bambini vanno a scuola. Però sono un po’ preoccupato, ho molto lavoro e pochissimo tempo per stare con la famiglia. La sera torno sempre tardi e sto fuori tutto il giorno”. R.: “Lo capisco… Dovresti portarli a fare una gita. Qui vicino ci sono dei posti bellissimi da visitare”. S.: “È vero Lorenzo, è una buona idea. Mi potresti consigliare un bel posto per fare una gita con loro domenica prossima? Il tempo è ancora bello, non fa freddo, possiamo partire la mattina e rientrare a casa la sera all’ora di cena. Mia moglie e i miei figli saranno molto contenti” E.: “Potete andare ad Assisi: è un piccola città molto vicina a Perugia, e ci sono moltissime cose da visitare”. S.: “Perfetto, allora domenica andremo ad Assisi! Grazie Lorenzo, vado subito a dirlo a mia moglie!”.