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Inter, Lukaku: “A Milano mi capiscono. Per tre mesi in allenamento marcato da Ranocchia”

Romelu Lukaku
Romelu Lukaku - Foto Antonio Fraioli

“A volte devi saper lavorare per la squadra, con umiltà, senza necessariamente cogliere direttamente i frutti, soprattutto quando senti che non è il tuo giorno per fare gol. Credo che ormai quasi tutti percepiscano questa intelligenza nel gioco, e questo mi rende davvero super felice. Le persone si stanno rendendo conto che penso mentre gioco, cercando di sincronizzarmi con il resto della squadra, è fantastico. Qui a Milano lo capiscono tutti, i tifosi e i giocatori. Devo anche ringraziare i miei compagni di squadra, che hanno capito che tipo di giocatore fossi”. Lo ha detto Romelu Lukaku nel corso di un’interessante intervista rilasciata a France Football, che ha dedicato all’attaccante belga la copertina dell’ultimo numero.

A far rendere così bene il centravanti nerazzurro è stato Antonio Conte, che lo ha voluto fortemente all’Inter: “Conte mi ha detto: ‘Se diventi forte spalle alla porta, è fatta. Nessuno ti potrà fermare’. Ricordo che me ne aveva già parlato nel 2014 durante i mondiali, prima di andare ad allenare il Chelsea. Hazard nel 2016 aveva fatto da ‘intermediario’. Aveva dato il mio numero al direttore sportivo del Chelsea. Sapevo che avremmo finito per lavorare insieme. Quando l’Italia vinse contro di noi a Euro 2016, in una partita del girone, vidi il modo in cui giocò perfettamente la sua squadra e sapevo che potevo essere un profilo giusto per lui. La sua idea è sempre stata molto chiara, quindi, una volta che abbiamo cominciato a lavorare insieme, tutto ciò che restava era apprendere. Durante i miei primi tre mesi qui ho fatto solo questo, solo spalle alla porta, ad ogni allenamento metteva Andrea Ranocchia a marcarmi. Ogni volta che perdevo palla, dovevo ricominciare l’esercizio dall’inizio”.

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