“Le partite vanno tutte giocate“. Lo ripete come un mantra il Ct Roberto Mancini nell’intervista post sorteggio a Rai Sport. Una cantilena mai così necessaria per un’Italia che anche da testa di serie è riuscita ad ottenere un sorteggio più ostico del previsto che la vedrà impegnata da marzo 2021 contro Svizzera, Irlanda del nord, Bulgaria e Lituania nel percorso di qualificazioni ai Mondiali del 2022 in Qatar. Primo posto è certezza, secondo posto è spareggio e quindi l’incubo Svezia ormai come fantasma che le generazioni si porteranno dietro per anni e anni. L’avversaria per il primo posto sarà senza dubbio la Svizzera, già avversaria degli azzurri agli Europei, sfidante col vantaggio “di essere vicina”, come ha sottolineato il Ct scherzando e con la caratteristica lampante di conoscere l’Italia forse come nessun altro. Petkovic è Ct ormai da sei anni e ha il vantaggio di conoscere i suoi giocatori come fossero parte di un club, con la forza di un gruppo granitico capitanato da Granit Xhaka, leader più in Nazionale che nell’Arsenal. La forza della Svizzera sta nella difesa: Akanji, Schar ed Elvedi sono il presente, Omeragic – già accostato a Milan e Roma – è il futuro. Ma anche tante vecchie e attuali conoscenze del nostro calcio: Shaqiri all’Inter è stato una meteora e con Petkovic ha vissuto più bassi che alti. Ad ottobre però è tornato a vestire la maglia della selezione a quasi sedici mesi di assenza ed è pronto ad indossare nuovamente l’abito del leader. Con lui Embolo, ancora non sbocciato definitivamente. La sensazione è che se l’Italia farà l’Italia vista in Nations League, la Svizzera non potrà bastare per fermare gli azzurri.
Come del resto non dovrebbero bastare le altre contendenti al titolo di sorpresa del gruppo C. Per Irlanda del nord, Bulgaria e Lituania sono pochissimi i calciatori in attività nei cinque principali campionati continentali. Per i nordirlandesi è ancora nel giro della Nazionale, Kyle Lafferty, ancora a secco di gol con la Reggina in Serie B. Più sostanza a in difesa e centrocampo dove l’Irlanda del nord può sfoggiare tre nomi niente male: McNair, ex United, Nial McGinn e Steven Davis che a 35anni spera di regalarsi l’ultima grande avventura in Nazionale. Ancora più abbordabili Bulgaria e Lituania. Il Ct bulgaro Georgi Dermendžiev è salito in sella in fretta e furia dopo che nell’ottobre del 2019 il predecessore Balakov si dimise per aver negato dei cori razzisti in una partita. In ogni caso la Bulgaria non ha ancora trovato gli eredi di Berbatov e Petrov che da soli rappresentavano i soli avversari da cui guardarsi. Un po’ come la Lituania che un attaccante come la vecchia conoscenza della nostra Serie A e Serie B e oggi presidente della Federcalcio nazionale Tomas Danilevicius non l’ha proprio più pescato dai suoi settori giovanili. Meglio così per ora. Ma il mantra è sempre lo stesso: le partite vanno tutte giocate.