“Pioli mi ha chiesto cosa volevo fare alla fine della scorsa annata. Gli ho risposto: ‘No, non continuo. Basta’. Anche la mia famiglia è importante, io sono qui da solo, è un sacrificio. Per sei mesi va bene, ma un altro anno come questi sei mesi no. Pioli mi ha detto: ‘Ok, ti rispetto, va bene’“. Nel corso dell’intervista one-to-one a Milanello tra Zlatan Ibrahimovic e Massimo Ambrosini, in onda su Sky Sport, l’attaccante svedese svela tutte le sue perplessità circa il suo possibile addio al calcio dopo l’estate del 2020. “Il giorno dopo abbiamo parlato di nuovo: ‘No, non è così semplice. Se rimani, qui sarà un’altra cosa’. E io: ‘No, ho deciso di ritirarmi’. Lascia stare il contratto, a quest’età non è importante – ha detto Ibra -. Poi è cambiato qualcosa. Non volevo avere rimpianti. Ho chiamato il Milan e ho deciso di andare avanti. Ma in un primo momento avevo deciso: ‘No, il prossimo anno non resto’”. Già quando ero al Manchester United pensavo di smettere. Avevo 35-36 anni. Quello prima del grave infortunio. Dopo l’infortunio mi sono detto di continuare finché avessi retto“.
E ancora “Senza calcio chi sono? Quando non fai più quello che hai fatto per 25 anni, non è semplice. Se sono pronto? No, perché mi sento ancora troppo bene“. E sul Milan: “La squadra ha fame, ha voglia. Stiamo facendo bene. Non dobbiamo avere sogni o obiettivi, ma giocare una partita alla volta. O meglio: io ho un obiettivo. Ma la squadra deve fare il meglio possibile, perché è molto giovane e non ha ancora il feeling di vincere qualcosa. Ora non dobbiamo rilassarci. Tutti si ricordano solo dell’ultima partita. Noi non siamo come l’Inter o la Juventus che hanno tanti giocatori forti. Siamo una squadra giovane, qualcuno non è pronto per giocare tutte le sfide e a qualcuno manca qualcosa. Dovevamo vincere per forza per andare in Europa, ma per il resto la squadra non è abituata. Se possiamo puntare alla Champions? Penso di sì“.
Infine sul rapporto instaurato con l’attuale gruppo squadra rossonero: “Dicono che non è facile giocare con me, ma questa è mentalità vincente. Si fanno le cose per vincere. Metto pressione, sì, chiedo tanto. Al Milan si chiede tanto: se non vinci ne prendono un altro. Se fai un passaggio bene per me è normale, altrimenti non saresti qui. Esagero? Però sono ancora qui e ho vinto quello che ho vinto: ci sarà un motivo – chiosa Ibrahimovic -. A questo livello o mangi o ti mangiano. E io ho scelto di mangiare“.