Il magistrato ed ex senatore Luigi Bobbio, che nel lontano 1991 indagò sul traffico di stupefacenti tra Napoli e Caserta, ha raccontato all’Adnkronos un episodio legato a Diego Armando Maradona, scomparso a 60 anni nella giornata di ieri: “Quando ero pm a Napoli volevo arrestare Maradona ma la mia richiesta non fu accolta. Ma dopo quella vicenda cessai di essere un tifoso. Avevo guardato nei meandri del calcio e quello che ho visto non mi è piaciuto. La morte di un uomo e di un grandissimo giocatore non può che suscitare cordoglio. E’ stato probabilmente il più grande di tutti i tempi. Per me Maradona era come qualunque altra persona. Era un indagato come gli altri e come tale lo trattai, senza sconti. Gli elementi per la custodia cautelare c’erano, così chiesi al procuratore l’autorizzazione ad arrestare il calciatore. Non mi fu concessa”.
“Penso che il procuratore ritenesse quella misura eccessiva ma non in relazione ai fatti, che erano gravi, bensì al clamore che ciò avrebbe suscitato. – ha proseguito Bobbio – L’accusa era di detenzione e cessione di cocaina. Furono sentite decine di testimoni, si accertò che Maradona incontrava in un noto albergo napoletano ragazze di tutti i tipi, anche più di una per notte. Quando venne nel mio ufficio a Castel Capuano per l’interrogatorio c’era la ressa. Chiesi al mio segretario: fatti fare un autografo per te e uno per me, io non posso chiederlo”.
L’ex pm, poi, ha svelato altri interessanti dettagli sulla vicenda, sottolineando come il Maradona calciatore vada separato dal Maradona persona: “Interrogai Maradona anche una seconda volta. Da quell’indagine scaturirono filoni successivi che riguardarono anche altri giocatori del Napoli. Mi resi conto che l’ambiente calcistico non era quello che voleva mostrarsi all’esterno. Così persi ogni interesse per il calcio. Era ottimamente difeso dall’avvocato Siniscalchi. Fu molto lungimirante nel chiedere il patteggiamento, che gli accordai. Il mio ricordo della persona? Era esattamente come appariva, un uomo dal punto di vista emotivo quasi inconsapevole. Forse non all’altezza dell’immenso talento che Dio gli aveva donato”.
“Il tifoso, l’appassionato di calcio è portato a mettere in secondo piano questo aspetto della vita del grande campione. Lo capisco, lo comprendo. Allo stesso tempo, però, non registro nessun risentimento nei miei confronti da parte dei tifosi del Napoli. Mi resi conto che il livello di assunzione di coca da parte di Maradona era incredibilmente alto. Era impossibile che prelievi e analisi antidoping non avessero mai rilevato la presenza di metaboliti. Evidentemente qualcuno nel sistema calcistico proteggeva Maradona. Il volano economico rappresentato da Maradona era enorme. Questo era comprensibile, certo, ma non giustificabile”, ha concluso Bobbio.