Un bellissimo spettacolo sulla Pohorje di Maribor ha scaldato il numeroso pubblico sloveno durante il gigante femminile che ha visto l’addio (possibile) di Tina Maze, ma anche il ritorno sul podio di Sofia Goggia e la vittoria di Tessa Worley. Su una pista ghiacciata, le ragazze hanno dato vita a due manche di alta qualità tecnica, giocandosi la vittoria fino all’ultima curva.
La prima mache:
Freddo pungente e neve ghiacciata hanno dato il benvenuto alle ragazze sulla storica pista Pohorje di Maribor. Proprio grazie alla neve dura e veloce, la pista si è mostrata bella come poche volte, poiché in queste condizioni vengono esaltati i dossi e le difficoltà di un pendio altrimenti facile fino al ripido muro finale. A fare le spese di un pendio diverso dagli ultimi anni e di una tracciatura aritmica e dalle distanze molto varie sono state le prime due al cancelletto: Tina Weirather e Federica Brignone, sbalzate fuori a metà gara da un’ondulazione che ha causato tanti problemi.
Il pettorale rosso, Tessa Worley, ha commesso anche lei un errore sulla porta che ha messo fuori gioco la valdostana, ma con le solite linee dirette e sciata pulita si è assicurata il terzo posto a metà gara. Davanti a lei solo la vincitrice dei due gigante di Semmering e prima dopo la prima prova, Mikaela Shiffrin, ancora una volta fenomenale sul piano e nella parte centrale, e Sofia Goggia, titubante nella parte centrale, ma un vero portento sul muro finale, che ha chiuso a 9 centesimi dalla statunitense.
Nel complesso una buona prima manche per i colori azzurri con la già citata bergamasca, ma anche con Manuela Moelgg, 5a a 46 centesimi con un muro finale molto forte, Marta Bassino 10a nonostante due grossi errori e altre 4 nelle 30. Ottimo rientro in coppa del mondo per la svedese Sara Hector, addirittura in lizza per un piazzamento sul podio prima di un gravissimo errore sulla lunga di ingresso muro. La classe ’92 aveva 15 centesimi di ritardo sulla Shiffrin ad ingresso muro ma ha chiuso appena alle spalle della Bassino con 87 centesimi di ritardo.
Dopo la grande manche della padrona di casa Ilka Stuhec, 13a a 1 secondo, è stato il momento dell’addio di Tina Maze, che dopo aver creato grande interesse, dicendo che avrebbe gareggiato per la vittoria, ha “preso in giro” tutti, fermandosi a ringraziare il proprio allenatore, attraversando a piedi il traguardo salutando e ringraziando tutti i fan. Un finale perfetto per una campionessa da sempre controversa e spettacolare.
La seconda manche:
La seconda manche si è presentata come più regolare ma anche con distanze più strette, cambiando leggermente le caratteristiche tecniche necessarie rispetto alla prima prova. L’ingresso muro, più semplice, ha aiutato le ragazze, ma nel complesso si è dimostrata una tracciatura più da “gigantiste”.
Il primo scossone l’ha dato la norvegese Ragnhild Mowinckel, 17a dopo la prima ed autrice di una parte alta spettacolare e poi brava ad attaccare la parte finale. Dietro di lei tutte le azzurre partite fuori dalle 10, con prove positive per Elena Curtoni, Francesca Marsaglia e Nadia Fanchini, tutte a chiudere tra le prime 20. Uscita invece, purtroppo, la Bassino, che aveva fatto una buona parte alta prima di “segare” la traiettoria proprio in un punto dove la tracciatura si stringeva, finendo fuori. La stessa sezione è costata cara anche ad Anna Veith, che ha rischiato le già fragili ginocchia spigolando su un leggero segno in fase di cambio. Per fortuna nessun danno per la campionessa austriaca.
A stoppare la cavalcata della norvegese ci ha pensato Victoria Rebensburg, nonostante un grande rischio ad ingresso muro finale. La Mowinckel ha comunque concluso tra le prime 10, avvicinandosi al miglior risultato in carriera, ma chiudendo 6a. Un grave errore ha compromesso la lotta al podio per la Moelgg, che però è riuscita a portare a termine la prova e rimanere tra le migliori, chiudendo al settimo posto.
Quarta dopo la prima, Lara Gut non voleva accontentarsi di un altro piazzamento e, prendendosi i rischi di cui lei è capace, ha messo a segno una manche quasi perfetta, macchiata solo da un paio di arretramenti, ma nessun errore. L’elvetica ha messo dietro la Rebensburg di oltre 7 decimi e a quel punto ha aspettato in fondo le prove delle altre. La Worley non si è fatta impressionare, trovando difficoltà solo nella parte centrale, ma mettendo a segno ancora una volta un muro magistrale per prendere la testa.
Con il fiato sospeso, gli allenatori azzurri hanno osservato una Sofia Goggia arrembante, che però ha pagato caro un paio di arretrate sul muro finale, dove ha perso il vantaggio accumulato sulla francese nella parte centrale. Di poco, ma ha chiuso alle spalle del pettorale rosso e purtroppo l’appuntamento con la prima vittoria in coppa del mondo è stato rimandato per la bergamasca, ancora una volta molto vicina. Ad aumentare il rammarico, se si può parlare di ciò per uno splendido secondo posto, la manche non perfetta della Shiffrin, che ha perso anche lei molto nella parte finale, chiudendo addirittura al quarto posto, perdendo punti dalla Gut per la prima volta dopo diverse gare.