Ruud Gullit era un fenomeno, un campione a tutto tondo. L’olandese, che ha segnato l’epoca di maggior splendore del Milan, era un atleta completo, un calciatore moderno, dotato di tecnica, fisicità e visione di gioco unici. Eppure, nonostante questo, Costacurta, nel Podcast di Stefano Borghi, racconta una sua debolezza in modo simpatico: “Mi viene da ridere a dirlo, ma a palleggiare ero meglio io. Non ci riusciva, lo faceva malissimo perché non fa parte della tradizione calcistica olandese”.
Forse l’olandese aveva preso troppo sul serio le parole di Johan Cruyff quando diceva: “La tecnica nel calcio non è essere capaci di palleggiare mille volte. Tutto lo possono imparare con la pratica e poi andare a lavorare al circo. La tecnica è passare il pallone a un tocco, con la giusta velocità, sul piede preferito del compagno di squadra”.
Sicuramente Gullit, nella sua eccezionale carriera, non ha avuto bisogno di saperlo fare per entrare nell’olimpo dei più grandi di sempre.