da Rio de Janeiro, Simon David Oteri
Domenica 13 marzo in 17 stati brasiliani la popolazione é scesa in strada a manifestare contro il governo a causa della situazione economica nella quale versa attualmente il Brasile. Una tempesta dovuta a una serie di fattori: crisi economica, corruzione, crisi politica del governo Rousseff, oltre al virus Zika.
A Rio de Janeiro gli organizzatori hanno dichiarato che 1,5 milioni di persone si è riversato nel lungo mare di Copacabana per dire “Basta alla corruzione e fuori Dilma insieme al PT”.
Lo Stato Fluminense che ad agosto ospiterà Olimpiade e Paralimpiade si trova in un collasso finanziario dovuto alla caduta del prezzo del petrolio, materia prima in abbondanza nella regione. Piú di un anno fa il greggio costava 120 dollari, oggi ne vale 40, ma in tempi non lontani era addirittura arrivato a 28 dollari. Questa caduta sta ripercuotendosi sul governo, in difficoltà nel garantire i servizi pubblici. Ospedali, scuole, università, non stanno ricevendo i fondi necessari per poter fornire i servizi. Gli impiegati pubblici, inoltre, stanno ricevendo i salari in ritardo.
La Petrobrás, la più grande impresa brasiliana, si trova in una grande crisi di corruzione. La Polizia Federal sta indagando su milioni e milioni di dollari rubati dalla cassaforte dell’impresa di petrolio che ha la sua sede principale proprio a Rio. La “Lava-Jato”, come é stata intitolata l’operazione investigativa nella quale molti politici del governo del Partito dei Lavoratori sono indagati (alcuni sono già in carcere), è entrata nella fase saliente. Lula, ex presidente del paese, è tra gli indagati e in questi giorni il Pubblico Ministero ne ha chiesto l’incarcerazione.
La disoccupazione rischia di arrivare al 10% a fine anno, nel 2017 addirittura al 12%. Oggi sono senza lavoro quasi 9 milioni di brasiliani. L´inflazione sta andando alle stelle. Il paese sembra colpito da una crisi che potrebbe essere paragonata sportivamente, per dimensioni, al 7-1 rifilato dalla Germania al Brasile nel 2014.
L’Olimpiade sembra essere l’unica buona notizia per Brasile nel 2016. Questa settimana dalla Cina è arrivata una buonissima notizia per le finanze, infatti gli asiatici hanno deciso di superare la loro crisi economica-finanziaria investendo nel ferro. Il Brasile è il maggior esportatore mondiale di ferro. Nelle borse il prezzo del ferro questa settimana è cresciuto del 20%. Il dollaro sta scendendo, un’altra buona notizia per l’economia del Governo della presidentessa Dilma, che non vuole mollare la sedia in un periodo di forte tempeste e pressioni, almeno fino all’Olimpiade.