Calcio

Sampdoria, Thorsby: “Vorrei un derby al mese. Il mio ruolo? Sono una patata”

Morten Thorsby, Sampdoria - Foto Antonio Fraioli

Morten Thorsby è ormai un punto cardine della Sampdoria di Ranieri. Il norvegese si è esposto a pochi giorni dal derby della Lanterna a Il Secolo XIX, commentato la sua crescita esponenziale nel mondo genovese ed in generale nella Serie A. Si parte però dalla sfida al Genoa: “Cosa penso del derby di Genova? Beh, a dirla tutta… ne vorrei uno al mese. Stupendo. Coinvolgente. Adrenalinico. Sono contento che a novembre ce ne siano due. Mi hanno detto che non era mai successo. Me li godrò. Vincerli entrambi sai che storia che sarebbe…”. Di seguito le dichiarazioni complete del centrocampista:

SUL SUO RUOLO TATTICO“Gioco dove mi dice il mister. In Norvegia si direbbe che “sono una patata”, nel senso che la metti un po’ dappertutto”.

SUI MIGLIORAMENTI –  “Io più altri 10 in campo? So di essere migliorato ma non è vero. La formazione la fa il mister. Da sempre sento dire che io corro tanto. Ma spero e credo di avere anche altre qualità”.

ANCORA DERBY – “Samp favorita? Mai dirlo. Nessuna squadra e in nessuna partita si può dire chi lo sia. Il calcio insegna che non esistono favorite. Le tre vittorie di fila contro Fiorentina, Lazio e Atalanta ci hanno fatto acquisire fiducia e autostima. In noi stessi e nella forza del gruppo. Il Genoa ci misurerà ulteriormente. Sarà una sfida tesa che vivrà di tanta emotività”.

SUI TIFOSI – “I tifosi, siano della Samp o del Genoa ci parlano subito del derby. Sono sempre educati e ci fanno domande da settimane prima della gara. Senza di loro sarà triste. La loro presenza rende il derby un’esperienza meravigliosa. Dopo mesi, ormai siamo abituati agli stadi vuoti. La bravura sta in ognuno di noi, trovare dentro quella carica di adrenalina che ti trasmette solitamente il tifo”.

SUL COVID“Dobbiamo essere assolutamente rigorosi nel rispetto delle misure anti-Covid. È un virus terribile. Noi calciatori siamo esposti come tutti, io l’ho avuto. E inoltre facciamo un bellissimo lavoro che adesso ha ancora più di prima un risvolto sociale. Gli appassionati guardando le partite in televisione possono distrarsi da quella cappa di ansia che ci circonda. Dobbiamo cercare di non fermare il campionato. Siamo tutti un po’ preoccupati, perché il contagio sta crescendo. Sentiamo la necessità di tornare alla normalità. Bisogna trasmettere ottimismo”.

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