È stato la rivelazione della scorsa stagione, “Top Rookie 2015” per l’FIVB. Grazie alla sua imprendibile Sky Ball, la battuta che sfiora le nuvole e ricorda le invenzioni di Mila & Shiro, l’italo-uruguaiano Adrian Carambula è diventato l’idolo del pubblico e l’incubo per gli avversari. Classe ’88, è il giocatore più basso di tutto il circuito, eppure in campo è un gigante: “Il livello è altissimo, devi sempre giocare meglio del torneo precedente”, ha raccontato Adrian, reduce da un buon nono posto al Grand Slam di Rio de Janeiro, nell’intervista esclusiva concessa a Sportface.it. Ripercorriamo con lui dunque i primi 12 mesi in maglia azzurra insieme al compagno Alex Ranghieri. Una stagione eccezionale, con risultati (su tutti il quarto posto di Gstaad e l’argento all’Europeo di Klagenfurt) che li hanno consacrati come una delle sorprese e delle coppie migliori del circuito mondiale.
Cosa hai imparato di nuovo dopo questo primo anno su te e Alex?
“Ciò che ho avuto modo di vedere nella scorsa stagione è che il livello generale è altissimo, devi sempre giocare meglio del torneo precedente. Stiamo lavorando molto bene e crescendo su ogni aspetto, non vediamo l’ora si scendere nuovamente in campo”.
Come sta procedendo la preparazione alla nuova stagione? Come stai?
“Finora abbiamo fatto molto lavoro in palestra e sulla sabbia, non siamo ancora in grado di capire a che punto è la nostra condizione. Solo quando saremo in campo per una competizione potremo capire ed esprimere al meglio il lavoro svolto in allenamento”.
Da quest’anno, ufficialmente, le due principali coppie maschili lavorano con due allenatori diversi: Carambula/Ranghieri con Paulo Moreira da Costa, detto Paulao, e Lupo/Nicolai con Matteo Varnier. Come vedi questa “separazione”?
“È stata una scelta. Noi da giocatori pensiamo soltanto a lavorare bene per centrare gli obiettivi stagionali e ovviamente la qualificazione ai Giochi Olimpici, tutto il resto sono chiacchiere”.
Cosa ti piace di coach Paulao?
“Dal punto di vista umano Paulao è una persona eccellente, è in grado di instaurare un ottimo rapporto tra allenatore e giocatore. Come coach ha una grande visione di gioco, è in grado di cogliere molti aspetti diversi durante un match. Paulao è in grado di metterti in campo per giocare al meglio contro qualunque avversario”.
Quale pensi sia la vostra miglior qualità come coppia? E l’aspetto del gioco su cui dovete lavorare maggiormente?
“Noi siamo una coppia che vista in allenamento non impressiona, ma quando siamo in campo giochiamo con una sintonia perfetta. Mi piace sentire l’adrenalina che sale, l’atmosfera intorno al campo: tutto questo mi permette di giocare al meglio! Quando siamo al top della forma siamo in grado di giocare e affrontare qualunque avversario”.
Il beach volley sarà una delle discipline più seguite a Rio 2016, non sarà facile gestire l’emozione dell’evento. Ti stai preparando in qualche modo per affrontarla anche sotto l’aspetto psicologico?
“Secondo me l’Olimpiade è un torneo speciale. Non credo tuttavia che ci sia un modo particolare per prepararsi a questo specifico evento, bisogna lavorare al meglio come abbiamo sempre fatto. Quando vivi per la prima volta un’esperienza diversa da tutte le altre, come possono essere i Giochi Olimpici, non puoi sapere cosa proverai”.
Se domani fosse il giorno della finale olimpica, contro chi vorresti disputarla (e vincerla)?
“Vorrei affrontare e battere campioni del calibro di Dalhausser e Lucena. Phil (medaglia d’oro a Pechino 2008 e campione del mondo nel 2007 con Todd Rogers, ndr) per me è uno dei migliori giocatori della storia del beach volley”.
Quale qualità vorresti “rubare” al tuo compagno Alex?
“Vorrei rubare la capacità che ha Alex di saltare un metro da terra sulla sabbia. Fuori dal campo è una persona molto organizzata e metodica, ecco, questa è proprio la qualità che vorrei rubargli!”.